Agricoltura di precisione e sostenibile: la tecnologia digitale che rivoluziona la viticoltura

Viticoltura sempre più digitale con moderne tecnologie come IoT e Blockchain.
Di conseguenza, sempre più progetti vengono messi in atto per applicare tecnologie di Agricoltura di Precisione ai vigneti.
Vediamo quali sono.

Le tecnologie di Agricoltura di Precisione diventano sempre più protagoniste, sopratutto durante un periodo come questo in cui tutte le certezze sono state messe in discussione.

Sia nella fase cruciale della pandemia, sia durante quest’ultimo periodo di flessione del virus, ci si è resi conto di quanto sia fondamentale l’applicazione delle tecnologie e innovazioni digitali in agricoltura. Un mercato che in Italia, sulla base dei dati dell’Osservatorio SmartAgrifood, vale circa 450 milioni di euro.

A questo proposito, ci sono diversi progetti che vengono finanziati con lo scopo di applicare il digitale nei vigneti, e tra questi troviamo: Sapience, Quasar e Vintes.

Agricoltura di precisione per il risparmio d’acqua: il progetto Sapience

Sapience è un progetto sponsorizzato da EIT Climate KIC Pathfinder (la sezione dell’Unione Europea che si riferisce alle iniziative per l’innovazione climatica) e dalla Fondazione Bruno Kessler. L’obiettivo è quello di implementare la tecnologia dell’Internet delle Cose (IoT) nei vigneti così da tenere sotto controllo le attività agricole. Attraverso questa tecnologia, viene messa in atto un’azione di gamification (una sorta di gioco a premi per stimolare l’azione) con un sistema che incentiva e premia gli agricoltori più meritevoli e sostenibili.

Gli sforzi del progetto per il 2020 sono tutti relativi alla messa in atto dell’irrigazione di precisione. Quindi attraverso l’uso efficiente e ragionato dell’acqua nei vigneti, senza sprechi nei momenti di irrigazione.

La sfida è quella di verificare quali siano i cambiamenti fondamentali che bisogna fare e che possono essere sostenuti in maniera semplice e con il sostegno delle parti interessate.

Inoltre, l’intenzione è di utilizzare i dati raccolti tramite l’Internet delle Cose, elaborarli, ed una volta ottenuto l’informazione vengono utilizzati gli Smart Contracts, generati attraverso la tecnologia Blockchain, così da distribuire il risparmio ottenuto dall’azione dei vari imprenditori agricoli.

Difesa sostenibile

Il progetto Quasar (Qualità e sostenibilità dei vini tipici aretini), è un progetto della regione Toscana che rientra nel Psr Feasr 2014-2020 sottomisura 16.2. (Filiera vitivincola). Il suo obiettivo è la corretta gestione della difesa fitosanitaria in vigneto con l’utilizzo di un modello previsionale delle malattie, attraverso tecnologie come Sistemi di Supporto Decisionali, biostimolanti e induttori di resistenza.

Tra i partner troviamo l’Azienda agricola Badia di Campoleone e il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria. Grazie a questo progetto, è stato possibile introdurre nei vigneti dei soci della Cantina dei Vini Tipici dell’Aretino, 10 centraline meteorologiche collegate ad un Sistema di Supporto Decisionale (DSS) . Questo perché i dati climatici, della temperatura e dell’umidità dell’aria, una volta generati devono essere raccolti per poter essere elaborati e quindi raffinati. Ed è questo il compito fondamentale del Sistema di Supporto Decisionale (DSS). Elabora i dati tramite un algoritmo e genera informazioni per la previsione delle malattie fungine e per la gestione degli interventi di difesa del vigneto. Queste possono aiutare il viticoltore a prendere decisioni più mirate, pianificando quindi una strategia d’azione.

Inoltre, c’è stata la sperimentazione di strategia con lotta a basso impatto ambientale. Questo attraverso l’utilizzo dei biostimolanti e degli induttori di resistenza in maniera solitaria o integrandoli con rame e zolfo.

V.In.Te.S. (Viticoltura Innovazione e Tecnologia per i vini Sanniti)

Chiudiamo infine con un interesante progetto attuato questa volta in Sud Italia. Vintes è un progetto attuato nella zona del Sannio Falanghina. Si pone l’obiettivo di diffondere le più avanzate tecniche relative alla viticoltura di precisione nelle medie e piccole aziende dell’area. Nel progetto vengono quindi sviluppate nuove tecnologie software per la raccolta e la gestione integrata dei big data in viticoltura. Il progetto prevede l’applicazione e la diffusione di una corretta e sostenibile architettura di tecnologie digitali per le piccole e micro-imprese vitivinicole.

Capofila del progetto è Agrodig.it, di Valentino Salvatore. Una start up che si occupa della diffusione delle tecnologie di Agricoltura di Precisione. Nello specifico in riferimento alle piccole e medie imprese che sono la struttura portante del nostro paese. Quelle imprese insomma che hanno bisogno di tutto l’aiuto necessario ad adattarsi alle moderne tecnologie, così da sfruttare i vantaggi dell’Agricoltura di Precisione e di Agricoltura 4.0.

Comprendere la sostenibilità nell’era dell’agricoltura digitale.

Dall’agricoltura di precisione all’agricoltura digitale. Le tecnologie cambiano, ma l’obiettivo resta solo uno: sostenibilità. Che sia economica, ambientale o sociale, essa è fondamentale in agricoltura.
Vediamo insieme perché.

La sostenibilità è da anni al centro dell’agricoltura, ma spesso si fa difficoltà a comprenderne il concetto. Quando si cerca una solida definizione di sostenibilità, può diventare difficile capire esattamente cosa significhi specificamente per le attività agricole e come identificare dove siamo attualmente e dove andremo in futuro.

L’opinione delle Istituzioni

“Le pratiche agricole sostenibili hanno lo scopo di proteggere l’ambiente, espandere la base di risorse naturali della Terra e mantenere e migliorare la fertilità del suolo“. Questa la definizione dell’USDA (Istituto Statunitense del cibo e dell’Agricoltura).

Secondo l’Istituto dell’Agricoltura Sostenibile “UC Davis”, invece, l’obiettivo dell’agricoltura sostenibile è quello di soddisfare le esigenze alimentari e tessili della società nel presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni.

Infine, l’opinione dell’Unione degli Scienziati Interessati: “In agricoltura, la sostenibilità è un’idea complessa con molte sfaccettature, tra cui quella economica (un’azienda agricola sostenibile dovrebbe essere un’attività redditizia che contribuisce a un’economia solida), quella sociale (dovrebbe avere a che fare con i suoi lavoratori e avere un rapporto reciprocamente vantaggioso con la comunità circostante) e l’ambiente“. 

Con così tante definizioni, può diventare confuso capire cosa significhi sostenibilità a livello di azienda agricola. Ma anche come tecnologia e dati possano adattarsi ad una missione più ampia. 

Sostenibilità

Pensando alla sostenibilità, si può pensare alle aziende agricole che esistono da oltre cento anni, che cambiano con i tempi e la tecnologia che le hanno rese vitali e di successo fino ad oggi. Ora vediamo spesso grandi aziende che discutono delle loro missioni e degli obiettivi di sviluppo sostenibile relativi ai processi di creazione del prodotto o all’approvvigionamento di materiali e materie prime. 

Ciò che è diventato interessante con l’aumento della tecnologia digitale in agricoltura, è la capacità di collegare ed analizzare più facilmente i punti rispetto a prima. Erano molto più difficili da classificare, quantificare, o comunque era complicato collegare le informazioni. Col digitale si è andato creando una più facile trasparenza nella catena di approvvigionamento per quegli obiettivi di sostenibilità. Fornendo, al contempo, opportunità per migliorare la redditività in azienda e continuare quell’eredità che molti hanno oggi, molte volte resa possibile dalla tecnologia digitale.

Questa sostenibilità sociale può essere tradotta in un modello per le piccole e medie imprese italiane ad alto valore aggiunto. In parole povere: la digitalizzazione delle attività agricole può aumentare ancora di più il valore aggiunto delle produzioni. La questione fondamentale è individuare dei modelli tecnologici sostenibili per le piccole aziende italiane che producono eccellenze. Un esempio è quello che si sta proponendo con il progetto Vintes, ed in generale startup come Agrodig.it, che portano avanti il progetto di aumentare la competitività delle aziende vitivinicole di piccole dimensioni. Competitività produttiva e capacità di aggredire i mercati internazionali. Questo attraverso la creazione di un’architettura tecnologica avanzata costruita su misura delle esigenze e possibilità di investimento (sostenibilità economica) delle stesse, che rappresentano un importante pezzo della produzione agricola tipica, forse la parte più importante del cosiddetto “made in Italy” agroalimentare.

Agricoltura di precisione e Agricoltura digitale

I vantaggi dell’Agricoltura di Precisione ci hanno permesso di raccogliere, creare e ripetere operazioni sui dati, mentre la crescente era digitale ci consente di collegare i punti di tali informazioni e iniziare prendere decisioni su di esse. 

Le tecnologie di agricoltura di precisione include GPS, georeferenziazione e strumenti di raccolta dati come i monitor di rendimento. Questi monitori hanno reso possibile la raccolta, la ripetizione e l’aggregazione dei dati. Dopo aver creato e ripetuto i dati, la nostra comprensione di come le pratiche ambientali, culturali e agronomiche interagivano e si collegavano ai risultati diventava più disponibile e potevamo capire di più sulle colture prodotte.

Mentre l’era digitale è cresciuta, specialmente con i progressi della tecnologia, ora siamo in grado di utilizzare questi dati per obiettivi più grandi. Le aziende agricole hanno ora i set di dati e la disponibilità in cui idee come l’applicazione di Benchmarking, Machine Learning, Internet delle Cose (IoT) e Blockchain, per influenzare le decisioni, possono cambiare il risultato delle colture nell’azienda agricola.

Gestione dei dati in sostenibilità

Queste decisioni dalla tecnologia spaziano da compiti operativi, raccomandazioni agronomiche e impatti sulla società. È interessante notare che queste decisioni a livello di azienda agricola che utilizza la tecnologia si collegano ai pilastri della sostenibilità, una base del processo decisionale. I pilastri della sostenibilità sono stati definiti per guardare alla sostenibilità completa e agli effetti circolari dell’interazione con i pilastri. La connessione digitale dei dati dell’azienda agricola le consente di garantire la trasparenza dell’intera operazione, aiutando a raccontare la storia dell’agricoltura e a trarre vantaggio da possibili mercati e premi a cui sarebbe altrimenti più difficile accedere, poiché si verifica una domanda crescente. Di seguito, diamo un’occhiata a come ciascuno dei pilastri della sostenibilità sia “sovralimentato” passando al digitale in agricoltura

Il digitale ci consente di prendere decisioni più informate, ma di pesarle sulla sostenibilità e la collaborazione con altre missioni nella catena di approvvigionamento deve sovrapporsi e le decisioni prese dovrebbero raggiungere una sovrapposizione dei pilastri economico, ambientale e sociale.

Pilastri della sostenibilità

Economico

In agricoltura, fare le cose in modo sostenibile non significa sacrificare la redditività o la stabilità in un’operazione. Questi pilastri devono intersecarsi tra loro per creare piena sostenibilità e trasparenza lungo la catena di approvvigionamento. Molte aziende agricole sono in attività da decenni o addirittura centinaia di anni e, osservando l’evoluzione delle pratiche e delle decisioni nel tempo, queste evoluzioni hanno permesso alle aziende agricole di diventare e rimanere redditizie attraverso pratiche che si sovrappongono anche agli impatti ambientali e sociali. Spostare gli input dove sono necessari, creare mappe e record per capire, e utilizzare le pratiche per cambiare il modo in cui gestiamo le operazioni, hanno creato vantaggi economici in tutta l’azienda agricola migliorando la produzione ma soprattutto la redditività.

Ambientale

La sostenibilità ambientale è spesso sinonimo di pratiche di conservazione e di come le decisioni umane incidono sui risultati ambientali. L’agricoltura digitale ci consente di comprendere quei dati e come le nostre decisioni ogni anno incidono sulla redditività dell’azienda agricola. Così come gli impatti economici a valle. Con registri e ricerche migliori ora comprendiamo e abbiamo la capacità di modificare le gestione dei nutrienti e degli input. Possiamo inoltre utilizzare informazioni incentrate sul campo su applicazioni che incidono sul nostro ambiente come fertilizzanti o prodotti chimici. I dati ci rendono più fiduciosi in queste pratiche e migliorano la nostra capacità di applicare i prodotti in modo sicuro massimizzando le risorse per gli anni a venire.

I progressi nella tecnologia e l’adozione a livello di azienda agricola generano enormi vantaggi ambientali e creano opportunità di profitto. Uno scenario vantaggioso per tutti.

Sociale

Il pilastro sociale è quello di cui continuiamo a conoscere di più in agricoltura. Questo perché i consumatori stanno diventando più consapevoli e interessati alla produzione alimentare

L’impatto sociale è quello che generalmente viene coinvolto rapidamente nella discussione sulla sostenibilità, concentrandosi su parole d’ordine specifiche come “senza glifosato“, “organiche“, “non OGM“, quando la sostenibilità nella realtà non deve significare “scienza libera”. Queste sono opzioni praticabili in cui la domanda è attuale, ma la sostenibilità non scompare se non stiamo producendo questo tipo di colture. Le colture coltivate con migliori pratiche di gestione dell’acqua o nutrienti precisi necessari per la crescita sono anche estremamente sostenibili e non devono rientrare in una delle parole d’ordine per essere sostenibili o trovare benefici ambientali ed economici.

Concezione di sostenibilità in agricoltura

La sostenibilità spesso subisce un brutto colpo nell’agricoltura. Questo perché è associata a una perdita di profitto o di produzione nell’azienda agricola. Ma ciò è tutt’altro che vero in molti scenari legati alla sostenibilità. La maggior parte delle aziende agricole oggi sta già utilizzando una tecnologia che si qualificherebbe come “sostenibile” attraverso i pilastri senza saperlo. Le decisioni che vengono prese in aziende che sono già in fase di attuazione sono sostenibili in molte definizioni. In questi casi i dati consentono diverse opportunità. La tecnologia digitale ha permesso alle aziende agricole di essere in grado di collegare le loro decisioni alla catena di approvvigionamento più facilmente per opportunità di profitto. Ha anche permesso la trasparenza nel decidere cosa fare, e questo influenza i tre pilastri a lungo termine.

La risposta sono i dati e in molti casi quella risposta comporta spesso un premio per il produttore. In questa situazione, i tre pilastri della sostenibilità possono essere facilmente raggiunti semplicemente usando la tecnologia e collegando quei punti digitali.

  • Economicamente, l’azienda guadagna sulla redditività ricevendo un premio per ciò che si sta producendo, utilizzando meno risorse con le tecnologie già presenti in azienda.
  • Socialmente, questo aiuta a far crescere l’opinione che stiamo usando le risorse nel modo più efficiente possibile. Aiutando nel contempo la società a raggiungere quegli obiettivi che i consumatori cercano in un prodotto. I registri digitali fanno sì che ciò avvenga facilmente.

Le opportunità del digitale: considerazioni finali

La cosa grandiosa di questa era digitale è che abbiamo la capacità di collegare facilmente questi punti nelle aziende a iniziative e obiettivi più grandi. Invece di disporre di un report cartaceo, i dati di campo effettivi possono essere collegati in uno che collega i risultati spaziali del campo. Così come i numeri delle decisioni finali in set di dati o modelli più grandi. Molte volte, questa traccia digitale offre opportunità o premi sulle colture che possono essere pagate all’azienda. Molte volte per cose che stanno già accadendo, e tecnologie anche più profonde come la blockchain creano una stabilità ancora maggiore. L’opportunità è infinita. Non solo per i mercati premium ma per identificare movimenti rapidi nella catena di approvvigionamento. Cosa vista di recente con il COVID-19.

Gli obiettivi di sostenibilità possono far parte di un quadro più ampio in agricoltura. I dati saranno al centro della crescita del nostro mondo in futuro. Ci sono tonnellate di opportunità nello spazio per il digitale di avere un ruolo nell’aiutare a raccontare la storia, e abbiamo appena iniziato.

Innovazione digitale e soluzioni di Agricoltura Smart: il cambiamento è in atto

I problemi legati all’agricoltura sono sempre esistiti, anche prima del Covid-19. L’agricoltura digitale può aiutare a risolverli, ed è arrivato il momento di capirlo.

Giorno dopo giorno la parola d’ordine all’interno del settore agroalimentare è solo una: innovazione digitale.

Nascono sempre più aziende che propongono soluzioni digitali per l’agricoltura di precisione, e di conseguenza cresce il valore del mercato del settore. Ma allo stesso modo ci sono ancora tanti problemi che impediscono la totale diffusione di queste innovazioni. L’emergenza del virus, inoltre, ha acutizzato questi problemi. Vediamo insieme la situazione.

Un po’ di dati

Secondo gli ultimi dati raccolti dall’Osservatorio Smart AgriFood, il mercato mondiale dell’Agricoltura 4.0 è in continua crescita, con un valore di 7,8 miliardi di dollari (+11% rispetto al 2018). Lo stesso vale per il mercato italiano che rappresenta il 5% del mercato mondiale agricolo 4.0, con un fatturato di 450 milioni di euro (+22% rispetto al 2018).

Come detto precedentemente, sempre più attori entrano in gioco in questo mercato, ognuno con la propria proposta innovativa. Da una parte ricoprono un ruolo fondamentale coloro che sono già affermati da tempo nel settore, come i fornitori di attrezzature e macchine agricole o di input produttivi. Tali aziende ricoprono l’86% del mercato. L’altro 14% è delimitato dagli attori emergenti, come le startup che propongono innovazioni digitali.

Tra i servizi consolidati più richiesti ed utilizzati in Agricoltura di Precisione su base percentuale del loro contributo al fatturato totale in Agricoltura 4.0 troviamo: sistemi di monitoraggio mezzi e attrezzature agricole 39%, gestionali 20%, macchinari 4.0 14%, mappature 9%, Sistemi di Supporto Decisionale (DSS) 5%.

Problematiche

Il problema, però, è la diffusione totale di tali innovazioni e tecnologie (sopratutto nelle piccole e medie imprese) che vengono ancora ignorate dagli imprenditori agricoli.

Un altro problema fondamentale sono le lacune a livello culturale e di formazione degli operatori agricoli nei confronti di tali dinamiche. Infatti, anche se un’azienda agricola decide di adattarsi alle tecnologie dell’agricoltura 4.0 (il che è già un bel passo in avanti), resta il fatto che imparare ad utilizzare queste tecnologie non è facile. Sopratutto se si presentano guasti o danni. Manca quindi una vera e propria competenza di base.

Infine, la mancanza di interoperabilità tra le varie macchine e gli attrezzi. Infatti, non tutte le macchine, tra quelle già in possesso, sono idonee per un tale aggiornamento. Questo comporta delle problematiche di funzionamento. D’altro canto, se si volesse decidere di acquistare macchine già adatte al 4.0, il problema passa al costo, che non sempre si riesce a sopportare.

Il digitale può aiutare gli agricoltori ad avere maggiore competitività sul mercato, riducendo di molto i costi di gestione, riducendo gli input e il tempo di impiego dei macchinari. Eliminando, di conseguenza, ore di lavoro manuale e intellettuale. Sopratutto inserendo nella propria strategia agricola l’automazione delle attività e i Sistemi di Supporto Decisionale (DSS). Inoltre, si va a garantire la sostenibilità nei suoi 3 pilastri fondamentali: economica, ambientale e sociale.

Ma come abbiamo visto, i dati dicono che il mercato agricolo digitale è in forte crescita, questo significa che sempre più agricoltori si stanno rendendo conto della loro utilità. Sopratutto in settori come quello vitivinicolo, cerealicolo e ortofrutticolo.

Il cambiamento climatico e le malattie della vite

Il cambiamento climatico è forse il problema più insostenibile al momento. Le stagioni sono radicalmente cambiate, e di conseguenza nulla è più lo stesso. Questa, nei vigneti, è una problematica davvero molto seria. Tutte le strategie di difesa fitosanitaria saltano, rendendo inutile il lavoro svolto, perdendo ettari di coltivazioni. Questo perché se cambiano le stagioni e quindi il clima, cambia anche il ciclo di crescita della pianta, così come quello dei patogeni e dei parassiti. Non dimentichiamo anche le piogge improvvise o i periodi di siccità, così come le gelate tardive.

Il cambiamento dei patogeni e dei parassiti

Nel 2019, secondo i dati del Centro Agricoltura Alimenti Ambiente (dell’Università di Trento), la pressione della peronospora è risultata più bassa rispetto al 2018, ad eccezione di alcune aree. Come l’Emilia-Romagna, dove si sono registrati attacchi pesanti nella prima metà di giugno.

Per quanto riguarda l’oidio, nel 2019 è risultato in alcune aree non consuete (come il Piemonte) il principale problema fungino della vite, a causa delle condizioni climatiche calde e umide estive che hanno aumentato la pressione della malattia e reso complicata la protezione antioidica.

E’ fondamentale inoltre, nella gestione strategica agricola, la riduzione dei trattamenti chimici sulle piante. Per farlo c’è bisogno della capacità di prevedere l’infezione e quando intervenire. Dati che dipendono innanzitutto dalla correttezza dei dati meteo.

Una soluzione c’è: Vintes e i DSS

Quella dei patogeni e dei parassiti della vite, è solo una delle problematiche presenti nelle attività agricole, ma anche in questo caso delle soluzioni esistono.

Prima di tutto, bisogna iniziare a capire che le decisioni strategiche relative alla propria coltivazione non possono essere più prese sulla base dell’esperienza personale e sulle competenze in possesso. Il clima cambia, e di conseguenza il processo vegetativo e le malattie, e quindi anche le proprie competenze devono tenere il passo. Per riuscirci è importante fare affidamento ai dati agrometeorologici, rilevati tramite centraline aziendali. Dati che, successivamente, possono essere elaborati da Sistemi di Supporto Decisionali (DSS).

La maggiore criticità dei Dss, però, è la difficoltà ad accedere a previsioni meteorologiche affidabili, che per essere definite tali devono essere correlate a previsioni frequenti e nel breve periodo.

Tra i diversi Sistemi di Supporto Decisionale (DSS) presenti in Italia, sopratutto per le attività vitivinicole, desta molto interesse il progetto Vintes.

V.In.Te.S.

Sulla base di queste problematiche, il progetto V.In.Te.S. (Viticoltura Innovazione e Tecnologia per i vini Sanniti), promosso e coordinato da Agrodig.it, è l’esempio dell’applicazione dell’agricoltura 4.0 alle aziende vitivinicole di piccole e medie dimensioni.

Il progetto ha come obiettivo lo sviluppo e la messa in campo di un asset di tecnologie di ultima generazione (4.0), adatte alla piccola dimensione aziendale in termini di costo/beneficio. Inoltre c’è lo sviluppo di un un Software di Supporto Decisionale molto semplice ed intuitivo da utilizzare. Il progetto vuole infatti colmare il gap nella diffusione delle tecnologie relative all’agricoltura di precisione in vitivinicoltura, dovuto principalmente al percepito elevato costo delle tecnologie ed alla scarsa alfabetizzazione digitale dei gestori aziendali in Italia. 

“Attraverso il trasferimento tecnologico vogliamo consolidare l’ammodernamento del comparto vinicolo del Sannio con ricadute sul territorio in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica” dichiara Valentino Salvatore, amministratore di Agrodig.it.

AGRODIGIT, è una delle startup facenti parte della schiera di attori che sono in crescita nel mercato 4.0 e dell’agricoltura di precisione. Specializzata nello sviluppo e trasferimento di tecnologie digitali in agricoltura; CREA Viticoltura ed Enologia; il Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università degli Studi del Sannio; la Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) Benevento; e tre aziende vitivinicole della zona Sannio Falanghina che si sono prestate alla sperimentazione: Il Poggio ViniTorre dei Chiusi di Domenico Pulcino ed Azienda AgricolaEleonora Morone. Ognuna di esse ha delle dimensioni e delle caratteristiche molto diverse e grazie a questa varietà sarà possibile creare, all’interno del progetto, standard tecnologici e pratiche compatibili con il maggior numero di aziende possibile a livello territoriale e nazionale.

L’agricoltura ai tempi del COVID-19

In questo periodo di profonda crisi, che sta mettendo in ginocchio tanti settori, l’agricoltura deve assolutamente fare quel passo in avanti di cui abbiamo parlato in questo articolo.

Il settore agricolo è tra le attività fondamentali della società, e quindi continua a lavorare. Ma per non subire l’effetto della crisi, deve ammodernarsi.

In questi giorni si pone l’attenzione sulla mancanza degli stagionali e quindi di manodopera. Ma il problema, non sono solo i braccianti che lavorano nei campi, quanto il loro grado di formazione. Lo abbiamo detto anche prima, serve una maggiore formazione digitale tra gli operatori agricoli. Così come serve l’agricoltura digitale. Facendo in modo che funzioni l’interoperabilità tra i macchinari e le attrezzature, facilitando in questo modo il lavoro e garantendo sicurezza.

I robot agricoli: rivoluzione per l’Agricoltura di Precisione e l’applicazione del Diserbo

I robot agricoli rivoluzioneranno il mondo dell’agricoltura di precisione e il modo in cui attuare il diserbo meccanico. Un elenco dei robot già in uso.

Sistemi di Agricoltura Smart sono sempre più diffusi nel mondo dell’agricoltura di precisione. Uno di questi, e tra i più interessanti c’è sicuramente quelli relativi alla robotica. I sistemi robotici vanno ad allargare sempre di più il ventaglio di soluzioni messe a disposizione dall’agricoltura 4.0, insieme ad altre tecnologie in crescita come Blockchain e Internet delle Cose (IoT). Vediamo insieme quali sono le novità nello specifico.

Il mercato robotico dell’Agricoltura 4.0

Secondo gli ultimi dati messi a disposizione dall’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano, il valore del mercato italiano relativo all’Agricoltura 4.0 è aumentato di 450 milioni di euro rispetto al 2018 (+22%). A livello mondiale invece parliamo di un aumento degli investimenti a circa 7 miliardi di dollari. Così come aumentano soluzioni, e attori che le mettono a disposizione.

Per quanto riguarda i Farmbot (robot agricoli), il mercato globale è stato valutato intorno ai 3 miliardi di dollari nel 2018, con una previsione di quasi 12 miliardi di dollari entro il 2026.

Agricoltura di Precisione in trasformazione

Tra le pratiche agricole tradizionali che queste nuove tecnologie possono andare a migliorare ed automatizzare troviamo la preparazione del suolo, la semina, la gestione dell’acqua e dei nutrienti, la potatura, il diserbo, la raccolta e la cernita dei prodotti raccolti. Così come anche il monitoraggio della crescita e della salute delle piante. L’agricoltura di precisione va ad aumentare quindi le armi a sua disposizione.

Possono essere impiantati dei sensori sulle attrezzature agricole, i software che raccolgono i dati possono utilizzare anche l’apprendimento automatico, e i robot possono percorrere il terreno su ruote o su binari, oppure in aria attraverso i droni.

Tra gli obiettivi, c’è ad esempio il diserbo chimico, identificando le erbacce e decidendo la quantità di erbicida da spruzzare, per poi divenire un processo automatico. O magari la raccolta dei frutti tramite il loro rilevamento.

I Farmbot

I cosiddetti Farmbot possono essere autonomi o semi-autonomi. Questi robot, utilizzano diverse tecnologie come sensori, reti per l’Internet delle Cose (IoT), Blockchain e software per l’applicazione dell’intelligenza artificiale (IA) nell’ambito di strumenti previsionali come i Sistemi di Supporto Decisionale (DSS). Combinando queste tecnologie con la capacità di lavorare nei campi coltivati, all’aperto e al chiuso come in serra, sono fondamentali per automatizzare completamente tutta una serie di operazioni svolte sinora dall’uomo.

I Farmbot diventano sempre più cruciali nell’ambito di una strategia agricola, in quanto l’automazione porta ad un’ottimizzazione dei processi, generando in questo modo una riduzione dei costi e un appoggio alla sostenibilità ambientale. L’impatto ambientale, infatti, è salvaguardato dal ridotto utilizzo di acqua, pesticidi e fertilizzanti.

Diserbo intelligente

I Farmbot si basano fondamentalmente su 2 tecnologie: visione artificiale e apprendimento automatico.

Queste innovazioni permettono una previsione della resa nei campi, esaminando ogni frutto della coltivazione, ad una velocità nettamente superiore rispetto a quanto ci impiegherebbe un essere umano.

Ciò è applicabile anche per le operazioni di diserbo, in quanto vengono riconosciute automaticamente le erbacce, e viene messo in atto un’operazione di diserbo meccanico o chimico a seconda della situazione. Oltre a riconoscere le erbacce è possibile anche identificare la tipologia della specie infestante in base alla forma. L’applicazione della visione artificiale in merito al diserbo consente una gestione di precisione nei confronti delle malerbe, riducendo significativamente l’utilizzo di erbicidi, fondamentali nell’ottica di un lavoro senza automazione, ma che mettono a rischio la qualità finale del prodotto.

In linea generale, la visione artificiale è stata adottata ormai da tempo all’interno delle catene di produzione per il controllo qualità dei semi e dei raccolti, analizzando i prodotti in ogni singola caratteristica. Ma è solo negli ultimi anni che si sta man mano arrivando all’applicazione nei campi.

I robot nei vigneti

Il Rovitis 4.0, un progetto tutto italiano (precisamente veneto) nell’ambito del PSR 2014-2020 (Programma di sviluppo rurale) di un robot in grado di girare in maniera del tutta autonoma tra i filari per mettere in atto trattamenti nei vigneti e monitorarli tramite sensori di ultima generazione installati su di esso. In più, telecamere che danno la possibilità di stimare la chioma da trattare in 3D, in correlazione con un Sistema di Supporto Decisionale (DSS).

Il Rovitis è capace di raccogliere ed elaborare i dati, in maniera tale da prendere successivamente determinate decisioni, che verranno trasferite agli attuatori. In questo modo, possono essere messe in atto operazioni come difesa, diserbo meccanico localizzato e gestione della chioma. La cosa che stupisce, è che il robot è in grado di lavorare 24 ore su 24.

Il progetto è stato sviluppato dal viticoltore Giorgio Pantano, con l’appoggio di PV Sensing, un progetto di sperimentazione di una tecnologia innovativa che si basa sulla comunicazione in tempo reale tra particolari sensori disposti in vigna e un software appositamente studiato per valutare la probabilità di sviluppo di Plasmopara viticola, parassita temuto dai viticoltori, agente della Peronospora della vite.

Altri esempi di Farmbot

TerraSentia

TerraSentia è un piccolo robot autonomo su ruote. Questo Farmbot, può sfruttare questa sua caratteristiche per infilarsi tra i filari di varie tipologie di colture, come quella dei vigneti. L’obiettivo principale di TerraSentia è raccogliere dati in ogni fase della coltivazione, così da intervenire nel caso si voglia cambiare qualcosa. E’ come se questo piccolo robot facesse tutta una serie di test genetici e analisi sulle piante così da prevedere l’influenza di diversi fattori e la possibile incombenza di malattie. Finito il lavoro i dati si possono facilmente caricare sul cloud per le analisi dell’agricoltura di precisione.

Dino Robot

Dino Robot è un trattore senza conducente che ha come obiettivo principale quello del diserbo meccanico delle colture orticole. Una volta impostato il compito e le dimensioni su cui lavorare, fa tutto automaticamente.

Ekkasit91

Questa tipologia di robot è utilizzata per la raccolta dei frutti, la fase più delicata nell’ambito dell’automazione in quanto i robot, fino a poco tempo fa, non erano molto agili e precisi per ogni tipologia di pianta. Ma grazie ad Ekkasit91, che sfrutta l’imaging e l’apprendimento automatico, tutto ciò non è più un problema.

VoloDrone

Infine, c’è anche un drone tra i robot di nuova generazione per l’agricoltura, VoloDrone. Presentato all’ultima edizione di Agritechnica 2019, questo drone gigante è utilizzato per le applicazioni aeree. Ha un diametro di 9,2 metri, alimentato da 18 rotori, può essere usato da remoto oppure programmando un percorso automatizzato. Il drone è dotato di due contenitori per pesticidi, insieme ad una pompa e una barra di irrorazione. Può coprire fino a 6 ettari all’ora, con una carica che dura circa 30 minuti.

La viticoltura sostenibile e digitale è alla portata di tutti

L’agricoltura digitale, anche quella relativa alla viticoltura, è alla portata di tutti, anche delle PMI. Vediamo in che modo possono sfruttare le nuove tecnologie in nome della sostenibilità.

La situazione di enorme preoccupazione per il sistema economico e per la società italiana causata dal problema del Covid-19, ha colpito ogni genere di settore, e naturalmente anche quello agricolo.

L’attività agricoltura non è stata fermata e continua a lavorare, in quanto produttrice di beni di prima necessità, rispettando le dovute norme di sicurezza.

Il virus però a messo a nudo ancor di più ed acutizzato la bassissima diffusione della digitalizzazione in agricoltura. L’emergenza Covid-19 ha reso palese (qualora ce ne fosse stato ancora bisogno) come la digitalizzazione delle aziende agricole italiane può portare concreti vantaggi e far fronte all’incertezza dei mercati per i beni primari. Vediamo come.

Problematiche

Diversi problemi, sopratutto in questi giorni, sono risultati evidenti. Una gestione delle coltivazioni, per ogni loro specifica stagione, del tutto errata, mancanza di manodopera (correlata appunto all’impossibilità degli spostamenti in questo momento) e la mancanza di competenze nell’ambito della tecnologia e del digitale che si stanno diffondendo sempre di più in tutto il mondo.

Il punto cruciale, però, è la consapevolezza sbagliata che queste innovazioni siano riservate solamente alle grandi aziende. Invece è vero il contrario. Dal 2011, secondo uno studio effettuato dall’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano, più di 500 startup internazionali (tra le quali anche italiane) hanno messo a disposizione tutta una serie di innovazioni basate su soluzioni digitali affinché l’adattamento delle PMI al digitale possa essere molto più semplice e meno oneroso. Inoltre sempre più politiche, progetti e benefici vengono messe a disposizione delle aziende per favorire il passaggio al digitale, come il credito d’imposta relativo all’ultima legge di bilancio di gennaio 2020.

Agricoltura digitale

Sempre più spesso si sente parlare di un’agricoltura con una mission specifica: sostenibilità. Il concetto di sostenibilità può assumere diverse sfumature: dalla sostenibilità economica a quella ambientale, così come quella sociale.

Gli ultimi dati sull’agricoltura digitale in Italia, sempre secondo Smart Agrifood, parlano di un valore di mercato dell’agricoltura digitale compreso tra i 370 e i 430 milioni di euro, cioè il 5% di quello globale e il 18% di quello europeo. Nel 2018, sempre in Italia, sono state rese disponibili oltre 300 soluzioni di agricoltura 4.0, impiegate dal 55% delle aziende intervistate. Ergo una forte crescita dell’utilizzo di tali soluzioni in Italia. Ma ancora non basta. Solo l’1% dei terreni coltivati, infatti, risulta aver applicato soluzioni 4.0.

Dal punto di vista dei costi, il risparmio riguarda sopratutto gli input produttivi, e si aggira, sempre secondo lo studio, intorno al 30% dei costi totali, con un aumento della produttività generale pari al 20%. Tutto ciò riducendo di molto l’utilizzo di sostanze chimiche e nocive per la salute dell’uomo e dell’ambiente, garantendo la qualità del prodotto finale.

L’esempio della Viticoltura 4.0

Guardiamo ad esempio alla filiera vitivinicola. Esistono diverse tecnologie che rientrano nell’ambito dell’agricoltura digitale, e quindi del 4.0, che possono essere utilizzate in questo specifico settore. Queste innovazioni possono affrontare diverse problematiche relative alla viticoltura che possono presentarsi in ogni tipo di coltivazione nelle regioni italiane più inclini a questa tipologia di produzione: malattie infestanti e parassitarie, bassa fertilità del suolo, bassa vigoria delle piante, così, come detto in precedenza, di una mancata strategia preventiva a seconda della stagione e della coltivazione che può comportare diversi problemi.

Tra le tecnologie che possono intervenire in questi casi troviamo i Big Data che sono correlati ai Sistemi di Supporto Decisionale (DSS) e l’Internet delle cose (IoT).

Il valore dei Big Data

I Big Data sono grosse moli di dati di diversa natura, che se analizzati e scremati nella maniera giusta possono mettere a disposizione un bel po’ di informazioni interessanti.

Per la gestione dei big data, è fondamentale un sistema di elaborazione dati. E i dati, all’interno di un’azienda agricola, sono fondamentali. Per questo motivo nell’ottica di una gestione ottimale del dato proveniente dalle varie attività agricole, e con lo scopo di predire una strategia di azione nei confronti delle varie problematiche, sulla base delle informazioni risultanti, è fondamentale l’utilizzo di un Sistema Informativo Aziendale, in cooperazione con un Sistema di Supporto Decisionale che elabori le informazioni.

Internet delle cose

L’internet delle Cose riguarda la gestione di dispositivi e macchinari collegati tra di loro tramite la rete Internet. Nel caso specifico agricolo riguarda sistemi di monitoraggio ambientale basati su reti di sensori collegate tra loro.

Da un’indagine condotta sempre dall’Osservatorio su quasi 1500 aziende, emerge che il 55% utilizza sempre più di frequente soluzioni orientate sull’agritech. Soluzioni che vanno dall’Internet of delle Cose, alle analisi dei dati. Le scelte più frequenti cadono su sistemi utilizzabili trasversalmente in più settori agricoli (53%), e il 16% delle aziende riguarda il settore vitivinicolo. Cresce lentamente, ma in maniera costante anche l’attenzione per l’Internet of farming (Internet in Agricoltura) (14%).

La rubrica ‘Innovazione’ della rivista ‘I Grandi Vini’ elegge V.In.Te.S. miglior progetto di innovazione vitivinicola in Campania

Il progetto campano V.In.Te.S. viene definito il più innovativo dalla rivista I Grandi Vini, che gli dedica un articolo. Vediamo di cosa si tratta.

Dalle innovazioni dei giovani imprenditori agricoli, alle nuove modalità di comunicazione, passando per innovazioni di carattere digitale e sostenibile. La rivista I Grandi Vini da ampio spazio alla tematica innovazione in agricoltura attraverso una rubrica dedicata. La Campania è oggetto di attenzione nel numero 112 di gennaio-febbraio (il primo di quest’anno) protagonista con un suo progetto finanziato all’interno del PSR (Piano di Sviluppo Rurale) Campania, attuato nel Sannio sulla filiera vitivinicola: il progetto V.IN.TE.S (Viticoltura Innovazione e Tecnologia per i Vini Sanniti).

Agricoltura di Precisione

L’agricoltura di precisione non è solo espressione di tecnologie di nuova generazione da applicare in campo, ma un approccio innovativo al mestiere più antico del mondo. L’agricoltura 4.0 è quindi un approccio di lavoro basato sulla raccolta sistematica di dati in campo (big data), la lavorazione degli stessi e l’ottenimento di informazioni analitiche (intelligenza artificiale), in grado di elevare il gestore agricolo da contadino a manager aziendale.

Queste tecnologie rientrano in quella che viene definita Agricoltura 4.0, e cioè una super tecnologia in grado di ricavare informazioni e suggerimenti di ottimizzazione agronomica, sulla base di una serie di dati riferiti a zone con caratteristiche simili (variabilità spaziale) e in diversi anni o stagioni (variabilità temporale).

La tecnologia, attraverso l’utilizzo di specifici algoritmi inseriti nei software di Supporto Decisionale, forniscono informazione centrali per l’ottimizzazione produttiva e la massimizzazione del reddito d’impresa. Le informazioni ottenute, infatti, permetteranno una migliore gestione degli input produttivi.

Il Progetto V.IN.TE.S

Sulla base di questo approccio, il progetto V.In.Te.S., promosso e coordinato da Agrodig.it, è l’esempio dell’applicazione dell’agricoltura 4.0 alle aziende vitivinicole di piccole dimensioni.

Il progetto ha come obiettivo lo sviluppo e la messa in campo di un asset di tecnologie di ultima generazione (4.0), adatte alla piccola dimensione aziendale in termini di costo/beneficio. Inoltre c’è lo sviluppo di un un software di supporto decisionale molto semplice ed intuitivo da utilizzare. Il progetto vuole infatti colmare il gap nella diffusione delle tecnologie relative all’agricoltura di precisione in vitivinicoltura, dovuto principalmente al percepito elevato costo delle tecnologie ed alla scarsa alfabetizzazione digitale dei gestori aziendali in Italia.

“Attraverso il trasferimento tecnologico vogliamo consolidare l’ammodernamento del comparto vinicolo del Sannio con ricadute sul territorio in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica” dichiara Valentino Salvatore, amministratore di Agrodig.it.

Il progetto è sviluppato all’interno di un Gruppo Operativo per l’Innovazione (GOI) costituito da: il capofila Agrodig.it, startup specializzata nello sviluppo e trasferimento di tecnologie digitali in agricoltura; CREA Viticoltura ed Enologia; il Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università degli Studi del Sannio; la Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) Benevento; e tre aziende vitivinicole della zona Sannio Falanghina che si sono prestate alla sperimentazione: Il Poggio Vini, Torre dei Chiusi di Domenico Pulcino ed Azienda Agricola Eleonora Morone. Ognuna di esse ha delle dimensioni e delle caratteristiche molto diverse e grazie a questa varietà sarà possibile creare, all’interno del progetto, standard tecnologici e pratiche compatibili con il maggior numero di aziende possibile a livello territoriale e nazionale.

L’innovazione

Come accennato precedentemente, l’obiettivo del progetto è quello di diffondere nelle aree vitivinicole tra le più importanti pratiche e tecnologie di avanguardia da un lato, e quella di rendere la tecnologia sostenibile da un punto di vista economico e gestionale ad un numero più grande possibile di aziende dall’altra. Di conseguenza sarà trasferibile anche al di fuori della zona del Sannio, permettendo l’applicazione in tutta Italia e non solo. Ed è adattabile ad ogni tipologia di azienda. Il progetto si rivolge sopratutto alle piccole e medie imprese, che rappresentano la stragrande maggioranza del tessuto produttivo italiano. L’innovazione quindi sta proprio nel creare “un vestito su misura” a delle realtà produttive specifiche. Piuttosto che trasferire modelli tecnologici sviluppati su specifiche ed esigenze completamente diverse.

Le ricadute

Come sottolineato precedentemente, le ricadute di questo progetto sul territorio sono da interpretare in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Ambientale in quanto l’agricoltura di precisione permette un efficientamento degli input produttivi (ore macchina, fitofarmaci, acqua etc.). Questo permette un risparmio, e quindi un impatto positivo in termini ambientali. Da questo ne consegue un impatto sociale importante in termini di salubrità dei territori. Così come la creazione di un modello di sviluppo tecnologico completamente sostenibile per aziende, territori e mercati. Economica per le stesse aziende. In quanto in grado di sviluppare un modello di innovazione tecnologica per realtà di piccola dimensione che troppo spesso vengono tagliate fuori dal discorso di ottimizzazione della redditività aziendale.

Agricoltura di precisione negli anni 20′: cosa aspettarsi?

Salutato il 2019 ci affacciamo al nuovo decennio. Gli anni ’20 sembrano promettere bene dal lato tecnologico e innovativo. Vediamo nello specifico qual è la visione del futuro agricolo.

Con l’arrivo di un nuovo anno, è sempre un buon momento per iniziare a riflettere sull’anno precedente e guardare al futuro dell’agricoltura di precisione. Mentre entriamo nel nuovo decennio, è interessante pensare a cosa succederà nel futuro dell’agricoltura nei prossimi 10 anni. Siamo ormai a 30 anni dalla “scadenza” del 2050, che vedrà un aumento della popolazione mondiale e di conseguenze una necessità maggiore di cibo. Ma non tutto è perso, anzi, abbiamo significative opportunità di combattere le sfide nel settore agricole nel prossimo decennio.

I prossimi 10 anni comporteranno progressi, opportunità e sfide entusiasmanti. Di seguito sono elencate alcune delle categorie e dei cambiamenti che potremmo vedere nei prossimi anni. Nessuno può prevedere il futuro. Ma in base all’attuale tipologia di tecnologie nell’agroalimentare, alcuni dei cambiamenti che potremmo vedere nei prossimi anni sono significativi.

Tecnologia e agricoltura di precisione

Tutto ciò è fondamentale per l’agricoltura di precisione e l’agricoltura digitale. Ma non basta guardare al miglioramento della risoluzione satellitare o ai sensori del futuro. Ciò che è importante, invece, è guardare come la tecnologia verrà utilizzata e adottata nei prossimi 10 anni. Per una maggiore diffusione e quindi utilizzo, questa tecnologia, dovrà essere disponibile, economica e utilizzabile. L’obiettivo concreto è realizzare un ritorno sugli investimenti (ROI) immediato nelle coltivazioni per le decisioni che prendiamo.

In Italia alcune startup cominciano a focalizzarsi proprio su questo aspetto, come ad esempio AGRODIGIT, azienda che si occupa della diffusione su larga scala delle tecnologie relative all’Agricoltura di precisione. Con soluzioni su misura per il mercato italiano che hanno come obiettivo un rapporto costi/benefici ottimale.

I progressi tecnologici già disponibili sono sorprendenti, ma i costi o l’uso sono proibitivi nel prendere decisioni quotidiane quando i margini sono stretti. Continuerà a crescere l’intelligenza artificiale, l’apprendimento automatico, i sensori e l’Internet delle cose (IoT). Si passerà ad un utilizzo quotidiano della gestione dei dati e delle tecnologie.

Automazione per l’agricoltura di precisione

Migliorando la connettività, l’accessibilità della banda larga rurale e l’intelligenza tecnologica, l’automazione è sulla buona strada per rivoluzionare il settore. Il mercato dell’agricoltura dell’IoT dovrebbe crescere da 11,2 miliardi di dollari nel 2018 a 20,9 miliardi entro il 2024.

Tutti conosciamo le auto e i modelli di trattori autonomi, ma il prossimo decennio potrebbe portare ad un’automazione fuori dagli schemi più di quanto abbiamo visto prima. Questo perché la tecnologia, la connettività e la scienza dei dati migliorano. I sistemi di irrigazione automatici basati sulle esigenze meteorologiche e colturali, più ventole di stoccaggio e controlli della temperatura automatici, favoriscono la creazione automatica di posti di lavoro e avvisi più facili sulle potenziali minacce alla produzione o alla commercializzazione. Sono tutti in fase di sviluppo nel settore agroalimentare ma potrebbero diventare più disponibili e sicuri nel prossimo decennio.

Taglia

 Il prossimo decennio sarà una svolta da una generazione più anziana di agricoltori a quella più giovane e nuova e molte decisioni sulle dimensioni (dalle attrezzature, alle aziende agricole, alla manodopera) cambieranno nel corso degli anni 2020, in base a necessità o opportunità da una nuova generazione di decisori.

Trasparenza

Diventa sempre più importante la trasparenza, in particolare negli ultimi anni su innovazioni come la blockchain , la domanda dei consumatori e la regolamentazione. Nel prossimo decennio, questi termini potrebbero diventare più importanti su ciò che sta accadendo come “norma” e meno come parole chiave. Poiché la regolamentazione continua con l’interesse del governo su argomenti come i cambiamenti climatici o la disponibilità di acqua, fornire documenti e le tracce della produzione, potrebbe diventare una necessità per tutte le aziende agricole per produrre e vendere in un mercato aperto. La disponibilità di record di dati per audit, assicurazioni, finanziamenti e altri, crea opportunità per le aziende agricole affinché possano essere preparate per le attività future.

Attività commerciale

Man mano che le moderne aziende agricole cambieranno, anche l’agricoltura che li circonda inizierà a vedere cambiamenti nelle funzioni quotidiane. Abbiamo già visto annunci su nuovi modelli di prezzi (come i prezzi basati sui risultati), o a vedere più fornitori e rivenditori passare ad offrire piattaforme di e-commerce per i clienti per acquistare input e forniture

Un altro grande evento a cui abbiamo assistito nell’ultimo decennio che continuerà negli anni ’20 sarà il consolidamento delle imprese, sia per fusione che per acquisizione. Gli investimenti nella tecnologia agricola sono ancora elevati e stanno maturando. L’anno scorso è stato un anno da record per l’industria che includeva 16,9 miliardi di dollari di fondi distribuiti tra 1.450 investimenti e non sembra che voglia diminuire. Si apriranno nuove opportunità di mercato sia per le imprese che iniziano a supportare nuovi agricoltori e aree emergenti, sia nuove opportunità per supportare le imprese dei paesi in crescita.

Supporto

La componente chiave di tutto ciò che viene fatto nel settore agroalimentare e tecnologico è il supporto, e quella componente non mancherà in futuro. La tecnologia non sostituirà le persone (agricoltori, agronomi, addetti alle vendite, ecc.), contribuiranno solo a rendere le cose più facili, più efficienti e più efficaci. I nuovi agricoltori avranno bisogno di aiuto per navigare in un mondo complesso di decisioni, nuove generazioni di studenti e appassionati verranno nel nostro mondo e continueremo a crescere e collaborare per migliorare il nostro settore per il futuro. Non c’è nulla di più eccitante dell’agricoltura in questo momento, e i prossimi 10 anni continueranno su questa strada.

Nessuno può prevedere il futuro, ma di certo è possibile ipotizzare quale evoluzione avrà l’agricoltura e i servizi ad essa legati nel prossimo decennio.  Pensare ai progressi in arrivo è entusiasmante e rappresenta una sfida per la diffusione delle tecnologie, ma anche per favorire il cambiamento per un’agricoltura sempre più redditizia e sostenibile.

I trend tecnologici in agricoltura da tenere d’occhio nel 2020

All’alba del 2020, l’Agritech sembra essere il settore in maggior sviluppo. In questo articolo vediamo quali sono le tendenze più interessanti.

L’Agritech sta rendendo più semplice che mai la raccolta e la condivisione di dati. Questa è un’ottima notizia per agricoltori, proprietari terrieri e investitori. Una raccolta di dati più solida e una maggiore trasparenza dei dati possono aiutare a garantire che i terreni agricoli vengano mantenuti con cura. Questo perché gli agricoltori lavorano per sostenere suoli sani e produrre raccolti remunerativi, anno dopo anno. Dai principali produttori di apparecchiature in ambito robotica all’emergere di nuove startup con l’obiettivo di migliorare la consapevolezza degli agricoltori delle attività sul campo, ecco cosa ci sarà di interessante per tutto il 2020.

La continua crescita dei FaaS

Farming as a Service (FaaS – Servizi per l’Agricoltura) è ​​il termine comunemente usato per indicare i servizi agricoli in abbonamento o a pagamento in base all’utilizzo (Pay-per-use). Anche se tutto ciò può sembrare complesso, in realtà si riferisce solo all’agricoltura personalizzata. Un proprietario terriero, infatti, che ha bisogno di un contoterzista per servizi specifici, sta sfruttando di fatto l’ecosistema FaaS. Dato il grado di incertezza sul mercato e sui prezzi delle materie prime, FaaS rappresenta di fatti un vantaggio per coloro che stanno cercando di stabilire costi fissi e obiettivi in ​​anticipo. 

Sabanto

Una delle aziende FaaS che stanno avendo più successo è una startup chiamata Sabanto. L’azienda utilizza trattori autonomi per eseguire operazioni di semina e altre colture in fila. Sabanto sta attualmente lavorando per scoprire cosa serve per fornire servizi agricoli autonomi ai coltivatori nel prossimi anni. 

Robot e gestione dei dati

Secondo uno studio effettuato negli Stati Uniti, da un sito di ricerche di mercato, il mercato globale dei robot agricoli è stato valutato 4,1 miliardi di dollari. I principali produttori di apparecchiature come John Deere continuano a lanciare nuovi modelli e nuove macchine, come il suo nuovo drone irroratore. C’è anche un nuovo software che sta cambiando la gestione dei dati portando l’Intelligenza Artificiale nei campi. L’obiettivo è migliorare il monitoraggio e la raccolta dei dati. Ma l’aumento della trasparenza e dell’analisi dei dati in agricoltura va al di là delle migliori capacità delle attrezzature. Mentre gli strumenti agricoli diventano più intelligenti e la gestione dei dati diventa più semplice, è sempre più comune per i proprietari di terreni agricoli firmare contratti di locazione che includono anche la gestione e proprietà dei dati.

Opportunità di investimento in aumento

Il panorama degli investitori agricoli sta cambiando a fianco del resto della modernizzazione del settore agricolo. Startup come FarmTogether mirano ad aiutare un maggior numero di investitori a trarre vantaggio dai terreni agricoli nei loro portafogli di investimento e stanno lavorando per assicurarsi che più persone comprendano la varietà di modi in cui tutto ciò può essere strutturato. Poiché il costante interesse per le società agtech offre oltre agli investimenti tradizionali, nuovi accordi basati sull’equità che continueranno a cambiare le carte in gioco.

I dati sono tutto

I dati sono potere e la sua crescita sta alimentando il potenziamento del proprietario terriero in agricoltura. Gli agricoltori stanno iniziando a capire quanto possa essere prezioso avere una visione completa della salute dei propri terreni agricoli, specialmente quando si tratta dello stato del suolo. Con l’aumento della tecnologia e degli strumenti online, aumenta la presenza dei proprietari terrieri remoti (coloro che non vivono vicino alla loro terra). La condivisione trasparente dei dati può aiutare i proprietari terrieri e gli agricoltori ad allineare i loro obiettivi. Sapere che il suolo di coltivazione avrà bisogno di input la prossima stagione (o un’applicazione nutrizionale pluriennale) ha un reale impatto finanziario per i proprietari terrieri grazie alla capacità di programmare in maniera accurata. La gestione dei dati e l’alfabetizzazione digitale avranno un enorme impatto sui profitti per i proprietari di terreni agricoli nel 2020.

Il leasing digitale

Nell’era della responsabilità online, le nuove piattaforme di noleggio e vendita di terreni agricoli aiutano i proprietari e gli agricoltori a gestire i loro contratti di locazione, registri e riferimenti in modo digitale. Sebbene possa sembrare scoraggiante cambiare le pratiche standard in un settore così tradizionale, ci si sta allontanando dai vecchi accordi basati su di una stretta di mano. Il nuovo standard è che ogni contratto di affitto di terreni agricoli dovrebbe includere requisiti relativi alla lavorazione del terreno, alla consegna dei dati e all’assicurazione. Le locazioni digitali rendono lo scambio di queste informazioni più semplice che mai. Per i proprietari di terreni agricoli che vivono in remoto, i contratti di locazione digitale sono un modo semplice per garantire un contratto di affitto. Potendo anche stabilire una comunicazione di livello più elevato in grado di migliorare le loro relazioni con i loro inquilini di terreni agricoli.

L’Agtech è la soluzione

Mentre l’agricoltura è uno spazio molto tradizionale, non è immune al potere dei progressi tecnologici. Nel 2020, i proprietari di terreni agricoli e gli agricoltori dovranno trovare nuovi modi per creare fiducia e credibilità all’interno delle loro comunità per rimanere competitivi. Per raggiungere questo obiettivo, entrambi i gruppi dovranno avere gli strumenti giusti a portata di mano e la capacità di commercializzarsi costruendo una presenza online per accrescere la propria reputazione.

Le tre più importanti novità di fine 2019 per il Precision Farming

Il 2019 volge al termine, e ci sembra giusto riassumere le ultime novità fondamentali. Con lo sguardo rivolto al futuro, con la speranza che sempre più aziende adottino innovazioni riguardanti l’agricoltura di precisione.

Nel 2019 l’agricoltura di precisione è stata protagonista di diverse innovazioni che hanno destato molto interesse, con lo scopo di migliorare l’efficienza delle coltivazioni agricole. Prima di brindare all’anno nuovo, andiamo a vedere quali sono le ultime novità, che ci permettono di capire con quale bagaglio entriamo nel 2020 agricolo.

Agricoltura di precisione a rilento

Uno studio condotto da Nomisma e Crif a febbraio su 1034 aziende agricole e 55 contoterzisti fa notare come, negli ultimi 3 anni, solo il 22% delle aziende ha investito in strumenti per l’agricoltura 4.0. La maggior parte sono aziende del Nord-Italia con un fatturato che supera i 50.000 euro/anno e un organico composto prevalentemente da millennials (18-35 anni). Le imprese italiane si stanno rendendo sempre più conto delle potenzialità che l’agricoltura di precisione può portare. Ma, sia a causa dei più restii al cambiamento, che della dimensione media delle aziende italiane, questo tipo di ricambio tecnologico stenta a decollare.

Tra le aziende prese in esame, risulta molto diffuso l’adattamento a tecnologie come guida parallela o la chiusura automatica delle sezioni della barra irroratrice. Tutto ciò in quanto di facile utilizzo, comportando praticità ed agevolazione in maniera immediata durante il lavoro. La gestione sito-specifica con mappatura dei terreni e delle produzioni, o la semina e le concimazioni a dose variabile, invece, destano ancora poco interesse.

Una maggiore informazione e formazione, da parte di aziende e associazioni resta il punto cardine anche per il 2020 per una maggiore diffusione delle conoscenze relative alla convenienza e vantaggi riguardanti l’adozione di tecnologie relative all’agricoltura di precisione e l’agricoltura 4.0.

La via del tabacco

Un settore invece, dove le innovazioni agricole vengono assimilate sempre di più, anche in Italia, è quello delle produzioni di tabacco.

Sulla base di dati messi a disposizione dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, l’Italia è il primo produttore di tabacco greggio in Europa: 50 milioni di kg ogni anno sparsi tra 4 regioni (Campania, Toscana, Veneto ed Umbria). Tra le aziende di tabacco che più stanno investendo in Italia e in ambito agricoltura di precisione troviamo Philip Morris Italia. L’obiettivo, è una trasformazione del modo di operare e dei processi della filiera agricola.

Tra le innovazioni adottate all’interno di un programma denominato “Buone Pratiche Agricole ” troviamo:

  • Stazioni metereologiche per integrare tutti i mezzi disponibili così da tenere il numero di organismi dannosi al tabacco sotto la soglia economica di danno;
  • Riduzione delle emissioni di CO2 nella produzione;
  • Sistemi di irrigazione a goccia o a pioggia in base all’andamento stagionale

Aumentare la produttività, così da migliorare la sostenibilità, questo il fine ultimo di Philip Morris.

2020 sinonimo di Intelligenza Artificiale

Se il 2019 è stato l’anno dell’automazione, tutto ciò si amplificherà nel 2020 con l’avvento, sempre più prepotente, dell’IA (Intelligenza Artificiale) in agricoltura.

Molto interessante è il nuovo Raven+ presentato dall’azienda Raven Connected (azienda canadese specializzata in progettazione e tecnologia di ingegneria focalizzata sul mercato emergente delle auto connesse per le imprese e i privati). Il prodotto, sarà presentato al Consumer Electronics Show (CES) nel gennaio 2020, e riguarda il miglioramento della sicurezza sul lavoro sia del conducente che del veicolo. Il dispositivo presenta un display molto grande, con mitigazione termica che consente al dispositivo di funzionare in situazione di calore elevato. E’ possibile inoltre rilevare le imminenti collisioni, la frenata d’emergenza e i segnali di velocità in tempo reale, trasmettendo le informazioni in maniera immediata a conducenti e passeggeri, mentre vengono documentati i dati della carreggiata.

Una tecnologia che può rivoluzionare il modo di lavorare degli agricoltori.

Agricoltura 4.0 ed innovazione per le aree interne: il futuro si incontra a Benevento

Benevento cuore dell’innovazione e della sostenibilità con un evento dedicato a tutte le tecnologie e le innovazioni che possano aiutare il risollevamento dell’agricoltura.

Si parla di innovazione e agricoltura 4.0 all’evento “Comunità e Territori Intelligenti: Agricoltura 4.0 / Cultura & Turismo 4.0“. L’evento si è tenuto il 21 novembre 2019 alla Camera di Commercio di Benevento. Personalità di spicco e giovani aziende del Sud Italia pronte a raccontare come sia fondamentale dare una spinta a un’agricoltura che è rimasta troppo indietro.

La situazione attuale

In un periodo storico di profondi cambiamenti, con il sopravvento della rivoluzione digitale, l’agricoltura necessita di tenere il passo dell’evoluzione tecnologica. Strategie non più sostenibili, finanziamenti a singhiozzo, tecnologie pronte ma non utilizzate ed un ricambio generazionale molto teorico. Queste e molte altre le problematiche che non permettono l’evoluzione di cui l’agricoltura in Italia avrebbe bisogno.

Il monito dei protagonisti

L’agricoltura è uno dei settori che ha capito che doveva profondamente innovarsi“. Esordisce così Roberto Pierantoni (Segretario generale della Camera di Commercio di Benevento e direttore di Valisannio), insieme alla mediazione del giornalista Pasquale Carlo (vice presidente Arga Campania). Inoltre, non è passata inosservata l’appassionata e sentita disamina di Carmine Nardone (Presidente Futuridea). Egli infatti sottolinea fermamente le problematiche agricole da combattere: come l’utilizzo della legge del minimo delle piante, o l’accaparramento forzato dei terreni. Tra le soluzioni proposte, per Nardone è fondamentale l’utilizzo della Blockchain contro il falso alimentare e l’attività criminale che c’è dietro, così come il mettere a disposizione tutta una serie di elementi che possa convincere i giovani a restare nel proprio territorio di origine. Di investire e di creare innovazione e sostenibilità su di esso. Infine, dopo le presentazioni delle aziende, Walter Nardone (presidente ODAF Benevento) chiude promettendo una continua divulgazione e formazione nelle aziende dei concetti espressi all’evento.

Coltivare innovazione

Tra le aziende presenti all’evento, una delle più innovative è sicuramente AGRODIGIT Srl. La startup, di cui Valentino Salvatore è il fondatore, è specializzata nella diffusione su larga scala delle tecnologie relative all’agricoltura di precisione (come DSS, IOT, GIS). I problemi del tessuto produttivo, la redditività e le dimensioni delle SAU italiane. Questi alcuni dei problemi a cui AGRODIGIT cerca di dare una soluzione. “Aiutare le PMI” questo è il mantra di Valentino Salvatore, che rispetto a chi sostiene che solo le grandi aziende possano adattarsi all’agricoltura di precisione, assicura che è vero il contrario. AGRODIGIT, inoltre, è anche capofila del progetto V.In.Te.S. (Viticoltura Tecnologia ed Innovazione per i Vini Sanniti), che ha come obiettivo quello di diffondere esperienze, conoscenze e tecnologie che sono state sviluppate e sperimentate in altri settori della produzione agricola e in altri contesti vitivinicoli.

Cooperazione, non individualismo

Questo è l’obiettivo di Giuseppe Savino (Presidente dell’Associazione “Terra Promessa” e fondatore dell’Hub Rurale Vazapp). Inoltre, per Savino, la formazione in agricoltura non funziona. E si è reso conto di come gli agricoltori di un determinato territorio non cooperino e non condividono informazioni ed esperienze. Ognuno guarda al proprio terreno, con un occhio sempre vigile di sfida nei confronti dei vicini. “Incontriamo gli agricoltori nelle loro case, non sanno l’uno cosa fa l’altro. L’agricoltura non ha bisogno solo di agricoltori, ma di persone che vedano l’agricoltura da prospettive diverse”. Da qui nasce Vazapp. Una soluzione del tutto innovativa che permette di creare cene, ed eventi ad elevato carattere emozionale, per far sì che queste persone si incontrino. Spesso ponendo un confronto anche tra padre e figlio, quando c’è mancanza di fiducia e dialogo. Una delle difficoltà che più affligge queste famiglie. Un progetto iniziato in Puglia, ma che si sta espandendo sempre di più in tutta Italia e in Europa. “O la finiamo oppure è la fine”

Biodiversità e tradizione tecnologica

Per il territorio è fondamentale la biodiversità, rintracciando la tradizione con le nuove tecnologie (che i nostri nonni non possedevano). Dà fondamentale importanza, quasi sacralità, al rispetto dell’ambiente e dei nostri terreni Nadia Savino (imprenditrice dell’azienda di famiglia “Azienda Agricola BioLu”). Per migliorare l’ecosostenibilità Nadia propone diverse soluzioni, che integrino tecnologie innovative dell’agricoltura di precisione. Come la raccolta del grano antico tramite la tecnologia 4.0, o l’utilizzo del NIR per prevedere la tempistica ottimale del raccolto, evitando fungini e microtossine, e gestire l’elemento biologico nel momento migliore possibile. L’elemento cruciale è l’utilizzo della Blockchain. Una serie di macchine che lavorano in IOT, inviano informazioni al cloud centrale, che li inserisce successivamente nella Blockchain. Senza poter essere modificate. Certificando così tutti i passaggi e ciò che accade nei campi.

Un Bot per amico

L’ultima azienda a presentare la propria idea di innovazione è Vectis, con il suo progetto SmartField. Luca Capobianco (co-fondatore), illustra anch’egli la necessità dell’utilizzo delle tecnologie di agricoltura di precisione. Nel farlo, fa una precisa distinzione: da un lato coloro che ne hanno compreso l’utilità e quindi la adattano alla propria azienda; dall’altro lato invece i più restii che sostengono “abbiamo sempre fatto così”. La strategia di SmartField si basa sulla creazione di una rete di sensori e centraline che raccoglie dati da campi sanniti utilizzando degli algoritmi. Ciò comporta accessibilità, fruibilità, scalabilità e sostenibilità per l’agricoltore e per il suo terreno. L’elemento di innovazione è la creazione di un chatbot (Ubaldo). Un attore virtuale con il quale si chatta attraverso Telegram. Il ciclo non viene interrotto, dopo che il server ha elaborato i dati in seguito ad un avviso, viene inviato una notifica sul proprio smartphone. Inoltre è possibile inviare e ricevere comandi tramite la chat. Nessun trattamento alla cieca: l’obiettivo di Vectis.

Spazio alle idee 

Nel pomeriggio, è stato presentato un nuovo evento “Startup Meet Benevento“. Alla sua prima edizione, il convegno aveva come obiettivo la contaminazione di idee e risorse tra le varie startup che si sono presentate. Un momento di forte innovazione, in cui, le aziende, avevano la possibilità di conoscere persone del proprio settore o addirittura integrarsi in progetti fuori dal proprio ambito. Tra le aziende, erano presenti anche alcune tra quelle partecipanti all’evento mattutino, come AGRODIGIT. Diverse idee e tecnologie messe in mostra riguardanti sostenibilità, IOT, realtà virtuale, 3D e molto altro ancora. Con la speranza che sempre più persone, sopratutto i giovani, possano sentirsi ispirati, esprimendo le proprie idee, investendoci e radicandole nel proprio territorio d’origine.