Lotta alla riduzione del diserbo chimico, in nome della sostenibilità: il progetto IWMPRAISE

Il progetto IWMPRAISE, integrato nel programma Horizon 2020, ha l’obiettivo di ridurre l’utilizzo del diserbo chimico per il bene della sostenibilità. L’Italia è tra i paesi protagonisti del progetto.

Locandina del progetto iwmpraise

Tra le problematiche più ostiche per un agricoltore, durante il processo di coltivazione e di crescita delle piante, e di conseguenza del frutto, troviamo sicuramente quella delle infestanti. Le malerbe infatti, seppur facenti parte di un processo naturale, possono entrare in “competizione” con le piante che le circondano, rischiando un effetto parassitario su di loro. Il processo dell’inerbimento, che ha come obiettivo la risoluzione di questo problema, trova la sue soluzioni quello del diserbo, chimico o meccanico. In entrambi i casi, pur essendo uno più ecologico dell’altro, ci sono dei contro. Inoltre, l’Unione Europea ha definito fondamentale ridurre l’uso di erbicidi, incoraggiando all’uso di metodi alternativi. Proprio per questo c’è bisogno di applicare le tecniche più moderne relative alla gestione delle coltivazioni. C’è bisogno di una gestione integrata. Ed è su questo che si basa il progetto IWMPRAISE.

Il progetto

Il progetto IWMPRAISE (Gestione Integrata dell’Erba: Implementazioni Pratiche e Soluzioni per l’Europa) viene finanziato dal “Programma Quadro dell’Unione Europea per la Ricerca e l’Innovazione“, ovvero Horizon 2020, con un budget di circa 7 milioni di euro. Il programma è stato creato appositamente per favorire e diffondere l’utilizzo delle tecniche di gestione integrata delle malerbe in Europa. Il progetto ha avuto inizio a giugno 2017, e si concluderà a maggio 2022.

Coordinatore del progetto e capofila è il Prof. Per Kudsk del Dipartimento di Agroecologia dell’Università danese di Aarhus che fa da capofila del progetto. I partner sono 37, tra università, istituti di ricerca e aziende che si sono prestate ai test del progetto. Otto paesi europei interessati: Italia, Danimarca, Francia, Paesi Bassi, Regno Unito, Slovenia, Spagna e Svizzera.

L’obiettivo finale del progetto sarà quello di rendere disponibili tutti i risultati a chiunque ne possa essere interessato, come esperti del settore. Saranno condivise notizie sui vari siti, organizzate giornate dimostrative e corsi di formazione.

4 scenari di riferimento

Con lo scopo di sviluppare e testare strategie di gestione per differenti sistemi colturali, vengono presi in considerazione 4 scenari tipici di coltivazione dell’agricoltura europea:

  1. colture annuali seminate a righe strette (frumento, altri cereali a grani piccoli, colza);
  2. colture annuali seminate a righe larghe (mais, girasole, ortaggi in pieno campo);
  3. colture erbacee perenni (prati, erba medica, trifoglio);
  4. colture arboree perenni (pomacee, agrumi, olivo).

Parola d’ordine: sostenibilità

Un altro obiettivo, è quello di abbattere le barriere agronomiche
e socio-economiche
esistenti che impediscono la diffusione della gestione integrata delle malerbe in Europa, così come lo sviluppo e l’ottimizzazione dei metodi di controllo delle infestanti. Si vuole creare un set di strumenti validato per l’utilizzo nella gestione integrata.

Una gestione integrata che deve avere lo scopo di rispettare la sostenibilità ambientale ed economica. A prescindere dallo scenario di applicazione.

IWMPRAISE in Italia

Per quanto riguarda l’applicazione del progetto in Italia, sono stati svolti diversi studi, prendendo in considerazione aziende e centri di ricerca del nord Italia, nelle città di Legnaro (PD), Ravenna, San Piero a Grado (PI) e Vallevecchia (VE).

Agricoltura di precisione per la riduzione del diserbante chimico

In colture come quelle del mais, presenti ad esempio nell’Azienda Vallevecchia che destina i propri ettari a colture erbacee in avvicendamento (mais, frumento, soia, colza, sorgo, medica, erbai e orticole), il controllo meccanico delle infestanti viene già normalmente effettuato nell’interfila con operazioni come le sarchiature, utili anche all’interramento dei fertilizzanti.

La riduzione degli erbicidi, in questo caso, è possibile passando da una distribuzione totale degli erbicidi ad una distribuzione limitata alla fila della coltura dove il controllo meccanico non riesce ad arrivare. A determinare tutto ciò vengono in aiuto le innovazioni e le tecnologie relative all’agricoltura di precisione, come i sistemi di guida semiautomatica dei trattori con correzione RTK (Cinematica in Tempo Reale). Un pratico esempio di come l’agricoltura di precisione permetta di fare agricoltura in maniera del tutto sostenibile.

La sarchiatrice utilizzata per il diserbo localizzato integra 3 tecnologie: guida semi-automatica del trattore con correzione Cinematica in Tempo Reale, guida intelligente attraverso un visore ottico che permette di individuare le file della coltura e distribuzione localizzata dell’erbicida lungo la fila mediante ugelli posizionati sul telaio della sarchiatrice.

Gestione integrata delle infestanti

Un altro studio è stato effettuato presso l’azienda “Lucio Toniolo” di Legnano. La coltivazione in questione è quella del grano tenero.

I sistemi colturali dell’Italia settentrionale sono caratterizzati da una gestione delle infestanti basata sull’applicazione di erbicidi in post- emergenza alla fine dell’inverno o inizio primavera. In questo caso si riduce l’uso dei diserbanti combinando metodi di controllo meccanici e agronomici.
I metodi di controllo meccanico (falsa semina o l’erpice strigliatore) sono molto efficaci per la gestione delle infestanti su frumento, ma vengono influenzati dalle condizioni ambientali (umidità del suolo e dimensione delle infestanti). In caso di poche piogge nel periodo autunnale, si può ridurre la germinazione delle malerbe, rendendo poco efficace la falsa semina. In caso, invece, di prolungati periodi piovosi nei mesi di febbraio e marzo potrebbe essere difficile effettuare un intervento con l’erpice strigliatore.

L’obiettivo dello studio è valutare la fattibilità e l’efficacia
di metodi di controllo meccanico su frumento, considerando gli interventi autunnali e primaverili nelle condizioni ambientali del Nord Italia. Ogni strategia messa in atto per ridurre man mano l’uso dei diserbanti e loro sostituzione con il controllo meccanico deve essere precisa e adattata in base alle condizioni ambientali e tecniche agronomiche locali, prendendo in considerazione l’esperienza degli agricoltori del luogo.

Gestione biologica

I prodotti biologici stanno acquisendo sempre più rilievo nel mercato italiano. Secondo uno studio effettuato da ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), infatti, 2007 al 2017 i consumi di prodotti alimentari biologici sono cresciuti del 15% in valore e oggi il bio vale il 3% dei consumi alimentari. Nella produzione di tali prodotti, però, ci sono dei dubbi relativi alcuni svantaggi agroambientali legati alla gestione biologica delle coltivazioni. Il controllo meccanico intensivo delle malerbe e gli alti livelli di fertilizzazione organica, infatti, potrebbero causare l’impoverimento della fertilità del suolo, un alto consumo di combustibili fossili e di conseguenza un basso ritorno economico per l’agricoltore. Una soluzione a questo problema potrebbe essere l’applicazione di tecniche dell’agricoltura conservativa.

La combinazione delle tecniche di agricoltura biologica e conservativa di norma non è attuabile. Questo a causa di limitazioni come l’elevata dipendenza dei sistemi colturali conservativi dal controllo chimico delle malerbe e dall’utilizzo di fertilizzanti minerali, considerati essenziali per garantire un livello accettabile delle produzioni. Questo però va contro i canoni dell’agricoltura biologica. Per poter quindi utilizzare applicazioni di agricoltura conservativa nelle produzioni biologiche, è fondamentale la presenza in azienda di macchine specifiche, versatili ed efficienti per evitare la gestione chimica delle erbe infestanti.

Lo studio sperimentale è stato effettuato presso il Centro di Ricerche Agro-ambientali “E. Avanzi”(PI).

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