Innovazione digitale e soluzioni di Agricoltura Smart: il cambiamento è in atto

I problemi legati all’agricoltura sono sempre esistiti, anche prima del Covid-19. L’agricoltura digitale può aiutare a risolverli, ed è arrivato il momento di capirlo.

Giorno dopo giorno la parola d’ordine all’interno del settore agroalimentare è solo una: innovazione digitale.

Nascono sempre più aziende che propongono soluzioni digitali per l’agricoltura di precisione, e di conseguenza cresce il valore del mercato del settore. Ma allo stesso modo ci sono ancora tanti problemi che impediscono la totale diffusione di queste innovazioni. L’emergenza del virus, inoltre, ha acutizzato questi problemi. Vediamo insieme la situazione.

Un po’ di dati

Secondo gli ultimi dati raccolti dall’Osservatorio Smart AgriFood, il mercato mondiale dell’Agricoltura 4.0 è in continua crescita, con un valore di 7,8 miliardi di dollari (+11% rispetto al 2018). Lo stesso vale per il mercato italiano che rappresenta il 5% del mercato mondiale agricolo 4.0, con un fatturato di 450 milioni di euro (+22% rispetto al 2018).

Come detto precedentemente, sempre più attori entrano in gioco in questo mercato, ognuno con la propria proposta innovativa. Da una parte ricoprono un ruolo fondamentale coloro che sono già affermati da tempo nel settore, come i fornitori di attrezzature e macchine agricole o di input produttivi. Tali aziende ricoprono l’86% del mercato. L’altro 14% è delimitato dagli attori emergenti, come le startup che propongono innovazioni digitali.

Tra i servizi consolidati più richiesti ed utilizzati in Agricoltura di Precisione su base percentuale del loro contributo al fatturato totale in Agricoltura 4.0 troviamo: sistemi di monitoraggio mezzi e attrezzature agricole 39%, gestionali 20%, macchinari 4.0 14%, mappature 9%, Sistemi di Supporto Decisionale (DSS) 5%.

Problematiche

Il problema, però, è la diffusione totale di tali innovazioni e tecnologie (sopratutto nelle piccole e medie imprese) che vengono ancora ignorate dagli imprenditori agricoli.

Un altro problema fondamentale sono le lacune a livello culturale e di formazione degli operatori agricoli nei confronti di tali dinamiche. Infatti, anche se un’azienda agricola decide di adattarsi alle tecnologie dell’agricoltura 4.0 (il che è già un bel passo in avanti), resta il fatto che imparare ad utilizzare queste tecnologie non è facile. Sopratutto se si presentano guasti o danni. Manca quindi una vera e propria competenza di base.

Infine, la mancanza di interoperabilità tra le varie macchine e gli attrezzi. Infatti, non tutte le macchine, tra quelle già in possesso, sono idonee per un tale aggiornamento. Questo comporta delle problematiche di funzionamento. D’altro canto, se si volesse decidere di acquistare macchine già adatte al 4.0, il problema passa al costo, che non sempre si riesce a sopportare.

Il digitale può aiutare gli agricoltori ad avere maggiore competitività sul mercato, riducendo di molto i costi di gestione, riducendo gli input e il tempo di impiego dei macchinari. Eliminando, di conseguenza, ore di lavoro manuale e intellettuale. Sopratutto inserendo nella propria strategia agricola l’automazione delle attività e i Sistemi di Supporto Decisionale (DSS). Inoltre, si va a garantire la sostenibilità nei suoi 3 pilastri fondamentali: economica, ambientale e sociale.

Ma come abbiamo visto, i dati dicono che il mercato agricolo digitale è in forte crescita, questo significa che sempre più agricoltori si stanno rendendo conto della loro utilità. Sopratutto in settori come quello vitivinicolo, cerealicolo e ortofrutticolo.

Il cambiamento climatico e le malattie della vite

Il cambiamento climatico è forse il problema più insostenibile al momento. Le stagioni sono radicalmente cambiate, e di conseguenza nulla è più lo stesso. Questa, nei vigneti, è una problematica davvero molto seria. Tutte le strategie di difesa fitosanitaria saltano, rendendo inutile il lavoro svolto, perdendo ettari di coltivazioni. Questo perché se cambiano le stagioni e quindi il clima, cambia anche il ciclo di crescita della pianta, così come quello dei patogeni e dei parassiti. Non dimentichiamo anche le piogge improvvise o i periodi di siccità, così come le gelate tardive.

Il cambiamento dei patogeni e dei parassiti

Nel 2019, secondo i dati del Centro Agricoltura Alimenti Ambiente (dell’Università di Trento), la pressione della peronospora è risultata più bassa rispetto al 2018, ad eccezione di alcune aree. Come l’Emilia-Romagna, dove si sono registrati attacchi pesanti nella prima metà di giugno.

Per quanto riguarda l’oidio, nel 2019 è risultato in alcune aree non consuete (come il Piemonte) il principale problema fungino della vite, a causa delle condizioni climatiche calde e umide estive che hanno aumentato la pressione della malattia e reso complicata la protezione antioidica.

E’ fondamentale inoltre, nella gestione strategica agricola, la riduzione dei trattamenti chimici sulle piante. Per farlo c’è bisogno della capacità di prevedere l’infezione e quando intervenire. Dati che dipendono innanzitutto dalla correttezza dei dati meteo.

Una soluzione c’è: Vintes e i DSS

Quella dei patogeni e dei parassiti della vite, è solo una delle problematiche presenti nelle attività agricole, ma anche in questo caso delle soluzioni esistono.

Prima di tutto, bisogna iniziare a capire che le decisioni strategiche relative alla propria coltivazione non possono essere più prese sulla base dell’esperienza personale e sulle competenze in possesso. Il clima cambia, e di conseguenza il processo vegetativo e le malattie, e quindi anche le proprie competenze devono tenere il passo. Per riuscirci è importante fare affidamento ai dati agrometeorologici, rilevati tramite centraline aziendali. Dati che, successivamente, possono essere elaborati da Sistemi di Supporto Decisionali (DSS).

La maggiore criticità dei Dss, però, è la difficoltà ad accedere a previsioni meteorologiche affidabili, che per essere definite tali devono essere correlate a previsioni frequenti e nel breve periodo.

Tra i diversi Sistemi di Supporto Decisionale (DSS) presenti in Italia, sopratutto per le attività vitivinicole, desta molto interesse il progetto Vintes.

V.In.Te.S.

Sulla base di queste problematiche, il progetto V.In.Te.S. (Viticoltura Innovazione e Tecnologia per i vini Sanniti), promosso e coordinato da Agrodig.it, è l’esempio dell’applicazione dell’agricoltura 4.0 alle aziende vitivinicole di piccole e medie dimensioni.

Il progetto ha come obiettivo lo sviluppo e la messa in campo di un asset di tecnologie di ultima generazione (4.0), adatte alla piccola dimensione aziendale in termini di costo/beneficio. Inoltre c’è lo sviluppo di un un Software di Supporto Decisionale molto semplice ed intuitivo da utilizzare. Il progetto vuole infatti colmare il gap nella diffusione delle tecnologie relative all’agricoltura di precisione in vitivinicoltura, dovuto principalmente al percepito elevato costo delle tecnologie ed alla scarsa alfabetizzazione digitale dei gestori aziendali in Italia. 

“Attraverso il trasferimento tecnologico vogliamo consolidare l’ammodernamento del comparto vinicolo del Sannio con ricadute sul territorio in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica” dichiara Valentino Salvatore, amministratore di Agrodig.it.

AGRODIGIT, è una delle startup facenti parte della schiera di attori che sono in crescita nel mercato 4.0 e dell’agricoltura di precisione. Specializzata nello sviluppo e trasferimento di tecnologie digitali in agricoltura; CREA Viticoltura ed Enologia; il Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università degli Studi del Sannio; la Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) Benevento; e tre aziende vitivinicole della zona Sannio Falanghina che si sono prestate alla sperimentazione: Il Poggio ViniTorre dei Chiusi di Domenico Pulcino ed Azienda AgricolaEleonora Morone. Ognuna di esse ha delle dimensioni e delle caratteristiche molto diverse e grazie a questa varietà sarà possibile creare, all’interno del progetto, standard tecnologici e pratiche compatibili con il maggior numero di aziende possibile a livello territoriale e nazionale.

L’agricoltura ai tempi del COVID-19

In questo periodo di profonda crisi, che sta mettendo in ginocchio tanti settori, l’agricoltura deve assolutamente fare quel passo in avanti di cui abbiamo parlato in questo articolo.

Il settore agricolo è tra le attività fondamentali della società, e quindi continua a lavorare. Ma per non subire l’effetto della crisi, deve ammodernarsi.

In questi giorni si pone l’attenzione sulla mancanza degli stagionali e quindi di manodopera. Ma il problema, non sono solo i braccianti che lavorano nei campi, quanto il loro grado di formazione. Lo abbiamo detto anche prima, serve una maggiore formazione digitale tra gli operatori agricoli. Così come serve l’agricoltura digitale. Facendo in modo che funzioni l’interoperabilità tra i macchinari e le attrezzature, facilitando in questo modo il lavoro e garantendo sicurezza.

I robot agricoli: rivoluzione per l’Agricoltura di Precisione e l’applicazione del Diserbo

I robot agricoli rivoluzioneranno il mondo dell’agricoltura di precisione e il modo in cui attuare il diserbo meccanico. Un elenco dei robot già in uso.

Sistemi di Agricoltura Smart sono sempre più diffusi nel mondo dell’agricoltura di precisione. Uno di questi, e tra i più interessanti c’è sicuramente quelli relativi alla robotica. I sistemi robotici vanno ad allargare sempre di più il ventaglio di soluzioni messe a disposizione dall’agricoltura 4.0, insieme ad altre tecnologie in crescita come Blockchain e Internet delle Cose (IoT). Vediamo insieme quali sono le novità nello specifico.

Il mercato robotico dell’Agricoltura 4.0

Secondo gli ultimi dati messi a disposizione dall’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano, il valore del mercato italiano relativo all’Agricoltura 4.0 è aumentato di 450 milioni di euro rispetto al 2018 (+22%). A livello mondiale invece parliamo di un aumento degli investimenti a circa 7 miliardi di dollari. Così come aumentano soluzioni, e attori che le mettono a disposizione.

Per quanto riguarda i Farmbot (robot agricoli), il mercato globale è stato valutato intorno ai 3 miliardi di dollari nel 2018, con una previsione di quasi 12 miliardi di dollari entro il 2026.

Agricoltura di Precisione in trasformazione

Tra le pratiche agricole tradizionali che queste nuove tecnologie possono andare a migliorare ed automatizzare troviamo la preparazione del suolo, la semina, la gestione dell’acqua e dei nutrienti, la potatura, il diserbo, la raccolta e la cernita dei prodotti raccolti. Così come anche il monitoraggio della crescita e della salute delle piante. L’agricoltura di precisione va ad aumentare quindi le armi a sua disposizione.

Possono essere impiantati dei sensori sulle attrezzature agricole, i software che raccolgono i dati possono utilizzare anche l’apprendimento automatico, e i robot possono percorrere il terreno su ruote o su binari, oppure in aria attraverso i droni.

Tra gli obiettivi, c’è ad esempio il diserbo chimico, identificando le erbacce e decidendo la quantità di erbicida da spruzzare, per poi divenire un processo automatico. O magari la raccolta dei frutti tramite il loro rilevamento.

I Farmbot

I cosiddetti Farmbot possono essere autonomi o semi-autonomi. Questi robot, utilizzano diverse tecnologie come sensori, reti per l’Internet delle Cose (IoT), Blockchain e software per l’applicazione dell’intelligenza artificiale (IA) nell’ambito di strumenti previsionali come i Sistemi di Supporto Decisionale (DSS). Combinando queste tecnologie con la capacità di lavorare nei campi coltivati, all’aperto e al chiuso come in serra, sono fondamentali per automatizzare completamente tutta una serie di operazioni svolte sinora dall’uomo.

I Farmbot diventano sempre più cruciali nell’ambito di una strategia agricola, in quanto l’automazione porta ad un’ottimizzazione dei processi, generando in questo modo una riduzione dei costi e un appoggio alla sostenibilità ambientale. L’impatto ambientale, infatti, è salvaguardato dal ridotto utilizzo di acqua, pesticidi e fertilizzanti.

Diserbo intelligente

I Farmbot si basano fondamentalmente su 2 tecnologie: visione artificiale e apprendimento automatico.

Queste innovazioni permettono una previsione della resa nei campi, esaminando ogni frutto della coltivazione, ad una velocità nettamente superiore rispetto a quanto ci impiegherebbe un essere umano.

Ciò è applicabile anche per le operazioni di diserbo, in quanto vengono riconosciute automaticamente le erbacce, e viene messo in atto un’operazione di diserbo meccanico o chimico a seconda della situazione. Oltre a riconoscere le erbacce è possibile anche identificare la tipologia della specie infestante in base alla forma. L’applicazione della visione artificiale in merito al diserbo consente una gestione di precisione nei confronti delle malerbe, riducendo significativamente l’utilizzo di erbicidi, fondamentali nell’ottica di un lavoro senza automazione, ma che mettono a rischio la qualità finale del prodotto.

In linea generale, la visione artificiale è stata adottata ormai da tempo all’interno delle catene di produzione per il controllo qualità dei semi e dei raccolti, analizzando i prodotti in ogni singola caratteristica. Ma è solo negli ultimi anni che si sta man mano arrivando all’applicazione nei campi.

I robot nei vigneti

Il Rovitis 4.0, un progetto tutto italiano (precisamente veneto) nell’ambito del PSR 2014-2020 (Programma di sviluppo rurale) di un robot in grado di girare in maniera del tutta autonoma tra i filari per mettere in atto trattamenti nei vigneti e monitorarli tramite sensori di ultima generazione installati su di esso. In più, telecamere che danno la possibilità di stimare la chioma da trattare in 3D, in correlazione con un Sistema di Supporto Decisionale (DSS).

Il Rovitis è capace di raccogliere ed elaborare i dati, in maniera tale da prendere successivamente determinate decisioni, che verranno trasferite agli attuatori. In questo modo, possono essere messe in atto operazioni come difesa, diserbo meccanico localizzato e gestione della chioma. La cosa che stupisce, è che il robot è in grado di lavorare 24 ore su 24.

Il progetto è stato sviluppato dal viticoltore Giorgio Pantano, con l’appoggio di PV Sensing, un progetto di sperimentazione di una tecnologia innovativa che si basa sulla comunicazione in tempo reale tra particolari sensori disposti in vigna e un software appositamente studiato per valutare la probabilità di sviluppo di Plasmopara viticola, parassita temuto dai viticoltori, agente della Peronospora della vite.

Altri esempi di Farmbot

TerraSentia

TerraSentia è un piccolo robot autonomo su ruote. Questo Farmbot, può sfruttare questa sua caratteristiche per infilarsi tra i filari di varie tipologie di colture, come quella dei vigneti. L’obiettivo principale di TerraSentia è raccogliere dati in ogni fase della coltivazione, così da intervenire nel caso si voglia cambiare qualcosa. E’ come se questo piccolo robot facesse tutta una serie di test genetici e analisi sulle piante così da prevedere l’influenza di diversi fattori e la possibile incombenza di malattie. Finito il lavoro i dati si possono facilmente caricare sul cloud per le analisi dell’agricoltura di precisione.

Dino Robot

Dino Robot è un trattore senza conducente che ha come obiettivo principale quello del diserbo meccanico delle colture orticole. Una volta impostato il compito e le dimensioni su cui lavorare, fa tutto automaticamente.

Ekkasit91

Questa tipologia di robot è utilizzata per la raccolta dei frutti, la fase più delicata nell’ambito dell’automazione in quanto i robot, fino a poco tempo fa, non erano molto agili e precisi per ogni tipologia di pianta. Ma grazie ad Ekkasit91, che sfrutta l’imaging e l’apprendimento automatico, tutto ciò non è più un problema.

VoloDrone

Infine, c’è anche un drone tra i robot di nuova generazione per l’agricoltura, VoloDrone. Presentato all’ultima edizione di Agritechnica 2019, questo drone gigante è utilizzato per le applicazioni aeree. Ha un diametro di 9,2 metri, alimentato da 18 rotori, può essere usato da remoto oppure programmando un percorso automatizzato. Il drone è dotato di due contenitori per pesticidi, insieme ad una pompa e una barra di irrorazione. Può coprire fino a 6 ettari all’ora, con una carica che dura circa 30 minuti.

Misure anti-Coronavirus per salvaguardare le attività vitivinicole

Il settore vitivinicolo, così come altri settori agricoli, sta subendo l’effetto del Coronavirus. Italia, Francia e Spagna si uniscono per mettere in atto delle misure di difesa. Tutto dipende dall’Europa.

Il Covid-19 sta mettendo in ginocchio gran parte dell’economia italiana. L’agricoltura, e quindi la viticoltura, continuano ad essere attive, ma ciò non significa che sono prive di rischi a causa del virus. Anzi.

In merito, sono state proposte delle misure di difesa, non relative ad innovazioni fondamentali nell’ambito dell’agricoltura di precisione, ma che sono necessarie per salvaguardare i vigneti e le attività annesse. Vediamo insieme quali sono.

Le ipotesi

Sono tre fondamentalmente le misure ipotizzate per combattere la crisi da Coronavirus: distillazione di crisi, vendemmia verde e stoccaggio.

Queste misure sono state proposte dalle varie associazioni di filiera: Confagricoltura, Cia, Alleanza delle Cooperative Italiane, Copagri, Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi. Tutto ciò durante l’incontro del tavolo del vino messo in atto dal Ministero delle Politiche agricole. Ma c’è l’appoggio anche di altri paesi europei produttori di vino, di solito concorrenti, come Francia e Spagna. Questi 3 paesi, richiedono a gran voce un finanziamento da parte di un bilancio europeo, e non dal bilancio dei Programmi di Sviluppo di ogni nazione. Questo perché alcuni Programmi di Sviluppo Nazionali sono in fase di pagamento, e poi c’è l’esigenza di un piano comunitario omogeneo. Senza che le sorti delle proprie attività dipendano dalle disponibilità dei programmi nazionali.

Il problema, però, è che le richieste della filiera si scontrano con le ristrettezze del bilancio del Piano nazionale di settore. A questo punto è intervenuta la ministra Teresa Bellanova (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali), chiedendo alla Commissione Europea di Bruxelles la messa a disposizione di nuove risorse.

Ma i costi richiesti per l’applicazione di tali misure sono davvero molto alti. Solo per la distillazione servirebbero circa 80 milioni di euro. Mentre la somma che può essere garantita al momento per tutte le misure si aggira sui 30 milioni di euro. Si potrebbe aggiungere qualcosa rendendo più flessibili le misure ocm, ma senza l’approvazione delle varie regioni non si va avanti.

La distillazione

Per quanto riguarda la distillazione di crisi, parliamo di una misura volontaria con lo scopo di fermare momentaneamente la produzione di vino da tavola, utilizzando, invece, le proprie competenze per la produzione di alcool utilizzabile in contesti medicinali. L’idea sarebbe di aprire una distilleria europea di 10 milioni di ettolitri. Inoltre, la creazione di un tasso di 35 euro a ettolitro, ponendo la possibilità di un aumento della quota comunitaria da parte degli stati europei. L’obiettivo è il raggiungimento di un prezzo specifico in ogni paese. Così facendo non solo si aiuta il paese, e quindi le strutture mediche, in un evidente stato di difficoltà, ma cosa più importante (per le aziende) si tiene in moto l’attività, generando liquidità. In questo modo ci può essere una garanzia economica che può aiutare per le produzioni future.

Vendemmia verde

La vendemmia verde ha come obiettivo il contenimento delle rese produttive attraverso un finanziamento. Lo scopo è di facilitare i suoi meccanismi, abbassando il livello di controllo da parte delle istituzioni. Le associazioni, sperano nell’appoggio delle regioni, riducendo in questo modo la produzione per la successiva vendemmia.

Un’altra problematica, acutizzata dal virus, è la mancanza di manodopera nel periodo dell’anno in cui si svolge la vendemmia verde, cioè giugno. L’ideale per i viticoltori sarebbe lo spostamento del calendario di vendemmia verde a luglio. In questo modo saranno difesi da ribassi e speculazioni.

Stoccaggio

Infine, si propone l’utilizzo dello stoccaggio. Questa misura è ideata sopratutto per le piccole e medie imprese di vino a denominazione che sono più adatti all’invecchiamento. Questi tipi di produzioni lavorano molto col canale Horeca, che essendo uno dei settori più in difficoltà, potrebbe scatenare un effetto distruttivo anche nei loro confronti.

La risposta dell’Europa

La Commissione Europea, al momento, è impegnata col periodo di transizione della Politica Agricola Comune (PAC), ed ha quindi rifiutato le suddette misure. La giustificazione del rifiuto è legata alla disponibilità dei fondi, che essendo basati su un bilancio pluriennale non è possibile sfruttare. L’unica soluzione, sarebbe quello di prendere in considerazione i 467 milioni del fondo crisi PAC. Un fondo messo a disposizione proprio per tali evenienze. Un ulteriore problema, però, è che pur essendo di circa 500 milioni, non si assicura la giusta copertura economica per il settore vitivinicolo, così come per altri settori in crisi in questo momento, che avrebbero uguale diritto a poterlo sfruttare. Una situazione alquanto complessa.

Ma in ogni caso, si sta seriamente ragionando sulla possibilità di applicare tali misure. Quindi nulla è ancora deciso. La speranza è tutta racchiusa in un incontro tra la il presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen e il commissario all’agricoltura, che si terrà a breve.

La viticoltura sostenibile e digitale è alla portata di tutti

L’agricoltura digitale, anche quella relativa alla viticoltura, è alla portata di tutti, anche delle PMI. Vediamo in che modo possono sfruttare le nuove tecnologie in nome della sostenibilità.

La situazione di enorme preoccupazione per il sistema economico e per la società italiana causata dal problema del Covid-19, ha colpito ogni genere di settore, e naturalmente anche quello agricolo.

L’attività agricoltura non è stata fermata e continua a lavorare, in quanto produttrice di beni di prima necessità, rispettando le dovute norme di sicurezza.

Il virus però a messo a nudo ancor di più ed acutizzato la bassissima diffusione della digitalizzazione in agricoltura. L’emergenza Covid-19 ha reso palese (qualora ce ne fosse stato ancora bisogno) come la digitalizzazione delle aziende agricole italiane può portare concreti vantaggi e far fronte all’incertezza dei mercati per i beni primari. Vediamo come.

Problematiche

Diversi problemi, sopratutto in questi giorni, sono risultati evidenti. Una gestione delle coltivazioni, per ogni loro specifica stagione, del tutto errata, mancanza di manodopera (correlata appunto all’impossibilità degli spostamenti in questo momento) e la mancanza di competenze nell’ambito della tecnologia e del digitale che si stanno diffondendo sempre di più in tutto il mondo.

Il punto cruciale, però, è la consapevolezza sbagliata che queste innovazioni siano riservate solamente alle grandi aziende. Invece è vero il contrario. Dal 2011, secondo uno studio effettuato dall’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano, più di 500 startup internazionali (tra le quali anche italiane) hanno messo a disposizione tutta una serie di innovazioni basate su soluzioni digitali affinché l’adattamento delle PMI al digitale possa essere molto più semplice e meno oneroso. Inoltre sempre più politiche, progetti e benefici vengono messe a disposizione delle aziende per favorire il passaggio al digitale, come il credito d’imposta relativo all’ultima legge di bilancio di gennaio 2020.

Agricoltura digitale

Sempre più spesso si sente parlare di un’agricoltura con una mission specifica: sostenibilità. Il concetto di sostenibilità può assumere diverse sfumature: dalla sostenibilità economica a quella ambientale, così come quella sociale.

Gli ultimi dati sull’agricoltura digitale in Italia, sempre secondo Smart Agrifood, parlano di un valore di mercato dell’agricoltura digitale compreso tra i 370 e i 430 milioni di euro, cioè il 5% di quello globale e il 18% di quello europeo. Nel 2018, sempre in Italia, sono state rese disponibili oltre 300 soluzioni di agricoltura 4.0, impiegate dal 55% delle aziende intervistate. Ergo una forte crescita dell’utilizzo di tali soluzioni in Italia. Ma ancora non basta. Solo l’1% dei terreni coltivati, infatti, risulta aver applicato soluzioni 4.0.

Dal punto di vista dei costi, il risparmio riguarda sopratutto gli input produttivi, e si aggira, sempre secondo lo studio, intorno al 30% dei costi totali, con un aumento della produttività generale pari al 20%. Tutto ciò riducendo di molto l’utilizzo di sostanze chimiche e nocive per la salute dell’uomo e dell’ambiente, garantendo la qualità del prodotto finale.

L’esempio della Viticoltura 4.0

Guardiamo ad esempio alla filiera vitivinicola. Esistono diverse tecnologie che rientrano nell’ambito dell’agricoltura digitale, e quindi del 4.0, che possono essere utilizzate in questo specifico settore. Queste innovazioni possono affrontare diverse problematiche relative alla viticoltura che possono presentarsi in ogni tipo di coltivazione nelle regioni italiane più inclini a questa tipologia di produzione: malattie infestanti e parassitarie, bassa fertilità del suolo, bassa vigoria delle piante, così, come detto in precedenza, di una mancata strategia preventiva a seconda della stagione e della coltivazione che può comportare diversi problemi.

Tra le tecnologie che possono intervenire in questi casi troviamo i Big Data che sono correlati ai Sistemi di Supporto Decisionale (DSS) e l’Internet delle cose (IoT).

Il valore dei Big Data

I Big Data sono grosse moli di dati di diversa natura, che se analizzati e scremati nella maniera giusta possono mettere a disposizione un bel po’ di informazioni interessanti.

Per la gestione dei big data, è fondamentale un sistema di elaborazione dati. E i dati, all’interno di un’azienda agricola, sono fondamentali. Per questo motivo nell’ottica di una gestione ottimale del dato proveniente dalle varie attività agricole, e con lo scopo di predire una strategia di azione nei confronti delle varie problematiche, sulla base delle informazioni risultanti, è fondamentale l’utilizzo di un Sistema Informativo Aziendale, in cooperazione con un Sistema di Supporto Decisionale che elabori le informazioni.

Internet delle cose

L’internet delle Cose riguarda la gestione di dispositivi e macchinari collegati tra di loro tramite la rete Internet. Nel caso specifico agricolo riguarda sistemi di monitoraggio ambientale basati su reti di sensori collegate tra loro.

Da un’indagine condotta sempre dall’Osservatorio su quasi 1500 aziende, emerge che il 55% utilizza sempre più di frequente soluzioni orientate sull’agritech. Soluzioni che vanno dall’Internet of delle Cose, alle analisi dei dati. Le scelte più frequenti cadono su sistemi utilizzabili trasversalmente in più settori agricoli (53%), e il 16% delle aziende riguarda il settore vitivinicolo. Cresce lentamente, ma in maniera costante anche l’attenzione per l’Internet of farming (Internet in Agricoltura) (14%).

Lotta alla riduzione del diserbo chimico, in nome della sostenibilità: il progetto IWMPRAISE

Il progetto IWMPRAISE, integrato nel programma Horizon 2020, ha l’obiettivo di ridurre l’utilizzo del diserbo chimico per il bene della sostenibilità. L’Italia è tra i paesi protagonisti del progetto.

Tra le problematiche più ostiche per un agricoltore, durante il processo di coltivazione e di crescita delle piante, e di conseguenza del frutto, troviamo sicuramente quella delle infestanti. Le malerbe infatti, seppur facenti parte di un processo naturale, possono entrare in “competizione” con le piante che le circondano, rischiando un effetto parassitario su di loro. Il processo dell’inerbimento, che ha come obiettivo la risoluzione di questo problema, trova la sue soluzioni quello del diserbo, chimico o meccanico. In entrambi i casi, pur essendo uno più ecologico dell’altro, ci sono dei contro. Inoltre, l’Unione Europea ha definito fondamentale ridurre l’uso di erbicidi, incoraggiando all’uso di metodi alternativi. Proprio per questo c’è bisogno di applicare le tecniche più moderne relative alla gestione delle coltivazioni. C’è bisogno di una gestione integrata. Ed è su questo che si basa il progetto IWMPRAISE.

Il progetto

Il progetto IWMPRAISE (Gestione Integrata dell’Erba: Implementazioni Pratiche e Soluzioni per l’Europa) viene finanziato dal “Programma Quadro dell’Unione Europea per la Ricerca e l’Innovazione“, ovvero Horizon 2020, con un budget di circa 7 milioni di euro. Il programma è stato creato appositamente per favorire e diffondere l’utilizzo delle tecniche di gestione integrata delle malerbe in Europa. Il progetto ha avuto inizio a giugno 2017, e si concluderà a maggio 2022.

Coordinatore del progetto e capofila è il Prof. Per Kudsk del Dipartimento di Agroecologia dell’Università danese di Aarhus che fa da capofila del progetto. I partner sono 37, tra università, istituti di ricerca e aziende che si sono prestate ai test del progetto. Otto paesi europei interessati: Italia, Danimarca, Francia, Paesi Bassi, Regno Unito, Slovenia, Spagna e Svizzera.

L’obiettivo finale del progetto sarà quello di rendere disponibili tutti i risultati a chiunque ne possa essere interessato, come esperti del settore. Saranno condivise notizie sui vari siti, organizzate giornate dimostrative e corsi di formazione.

4 scenari di riferimento

Con lo scopo di sviluppare e testare strategie di gestione per differenti sistemi colturali, vengono presi in considerazione 4 scenari tipici di coltivazione dell’agricoltura europea:

  1. colture annuali seminate a righe strette (frumento, altri cereali a grani piccoli, colza);
  2. colture annuali seminate a righe larghe (mais, girasole, ortaggi in pieno campo);
  3. colture erbacee perenni (prati, erba medica, trifoglio);
  4. colture arboree perenni (pomacee, agrumi, olivo).

Parola d’ordine: sostenibilità

Un altro obiettivo, è quello di abbattere le barriere agronomiche
e socio-economiche
esistenti che impediscono la diffusione della gestione integrata delle malerbe in Europa, così come lo sviluppo e l’ottimizzazione dei metodi di controllo delle infestanti. Si vuole creare un set di strumenti validato per l’utilizzo nella gestione integrata.

Una gestione integrata che deve avere lo scopo di rispettare la sostenibilità ambientale ed economica. A prescindere dallo scenario di applicazione.

IWMPRAISE in Italia

Per quanto riguarda l’applicazione del progetto in Italia, sono stati svolti diversi studi, prendendo in considerazione aziende e centri di ricerca del nord Italia, nelle città di Legnaro (PD), Ravenna, San Piero a Grado (PI) e Vallevecchia (VE).

Agricoltura di precisione per la riduzione del diserbante chimico

In colture come quelle del mais, presenti ad esempio nell’Azienda Vallevecchia che destina i propri ettari a colture erbacee in avvicendamento (mais, frumento, soia, colza, sorgo, medica, erbai e orticole), il controllo meccanico delle infestanti viene già normalmente effettuato nell’interfila con operazioni come le sarchiature, utili anche all’interramento dei fertilizzanti.

La riduzione degli erbicidi, in questo caso, è possibile passando da una distribuzione totale degli erbicidi ad una distribuzione limitata alla fila della coltura dove il controllo meccanico non riesce ad arrivare. A determinare tutto ciò vengono in aiuto le innovazioni e le tecnologie relative all’agricoltura di precisione, come i sistemi di guida semiautomatica dei trattori con correzione RTK (Cinematica in Tempo Reale). Un pratico esempio di come l’agricoltura di precisione permetta di fare agricoltura in maniera del tutto sostenibile.

La sarchiatrice utilizzata per il diserbo localizzato integra 3 tecnologie: guida semi-automatica del trattore con correzione Cinematica in Tempo Reale, guida intelligente attraverso un visore ottico che permette di individuare le file della coltura e distribuzione localizzata dell’erbicida lungo la fila mediante ugelli posizionati sul telaio della sarchiatrice.

Gestione integrata delle infestanti

Un altro studio è stato effettuato presso l’azienda “Lucio Toniolo” di Legnano. La coltivazione in questione è quella del grano tenero.

I sistemi colturali dell’Italia settentrionale sono caratterizzati da una gestione delle infestanti basata sull’applicazione di erbicidi in post- emergenza alla fine dell’inverno o inizio primavera. In questo caso si riduce l’uso dei diserbanti combinando metodi di controllo meccanici e agronomici.
I metodi di controllo meccanico (falsa semina o l’erpice strigliatore) sono molto efficaci per la gestione delle infestanti su frumento, ma vengono influenzati dalle condizioni ambientali (umidità del suolo e dimensione delle infestanti). In caso di poche piogge nel periodo autunnale, si può ridurre la germinazione delle malerbe, rendendo poco efficace la falsa semina. In caso, invece, di prolungati periodi piovosi nei mesi di febbraio e marzo potrebbe essere difficile effettuare un intervento con l’erpice strigliatore.

L’obiettivo dello studio è valutare la fattibilità e l’efficacia
di metodi di controllo meccanico su frumento, considerando gli interventi autunnali e primaverili nelle condizioni ambientali del Nord Italia. Ogni strategia messa in atto per ridurre man mano l’uso dei diserbanti e loro sostituzione con il controllo meccanico deve essere precisa e adattata in base alle condizioni ambientali e tecniche agronomiche locali, prendendo in considerazione l’esperienza degli agricoltori del luogo.

Gestione biologica

I prodotti biologici stanno acquisendo sempre più rilievo nel mercato italiano. Secondo uno studio effettuato da ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), infatti, 2007 al 2017 i consumi di prodotti alimentari biologici sono cresciuti del 15% in valore e oggi il bio vale il 3% dei consumi alimentari. Nella produzione di tali prodotti, però, ci sono dei dubbi relativi alcuni svantaggi agroambientali legati alla gestione biologica delle coltivazioni. Il controllo meccanico intensivo delle malerbe e gli alti livelli di fertilizzazione organica, infatti, potrebbero causare l’impoverimento della fertilità del suolo, un alto consumo di combustibili fossili e di conseguenza un basso ritorno economico per l’agricoltore. Una soluzione a questo problema potrebbe essere l’applicazione di tecniche dell’agricoltura conservativa.

La combinazione delle tecniche di agricoltura biologica e conservativa di norma non è attuabile. Questo a causa di limitazioni come l’elevata dipendenza dei sistemi colturali conservativi dal controllo chimico delle malerbe e dall’utilizzo di fertilizzanti minerali, considerati essenziali per garantire un livello accettabile delle produzioni. Questo però va contro i canoni dell’agricoltura biologica. Per poter quindi utilizzare applicazioni di agricoltura conservativa nelle produzioni biologiche, è fondamentale la presenza in azienda di macchine specifiche, versatili ed efficienti per evitare la gestione chimica delle erbe infestanti.

Lo studio sperimentale è stato effettuato presso il Centro di Ricerche Agro-ambientali “E. Avanzi”(PI).

I metodi più efficaci per combattere le gelate

Le gelate tardive sono una tra le minacce più pericoloso nell’ambito delle coltivazioni agricolo. Facciamo un focus sul problema, cercando di capire quali sono i migliori metodi di difesa.

La primavera è il periodo in cui può verificarsi il fenomeno delle gelate, con impatti che possono essere compromettenti per l’intera stagione. Nell’era del precision farming e dell’agricoltura 4.0 quali sono le tecnologie e gli strumenti utili alla difesa dalle gelate primaverili? Vediamoli insieme. 

Innanzitutto partiamo dal problema e vediamo cosa è una gelata, cosa comporta per le coltivazioni e che caratteristiche può avere:

Tipologie di gelate

Esistono 3 tipi di gelate:

  • Irraggiamento, che consiste nella presenza dell’aria fredda vicino al suolo. E’ la tipologia di gelata più semplice da tenere sotto controllo;
  • Avvezione, aria fredda continentale che viene trasportata in massa dal vento. E’ molto più difficile da controllare;
  • Evaporazione, un rapido abbassamento della temperatura delle piante causata da una sua eventuale bagnatura. E’ poco frequente, ma è davvero molto pericolosa.

Difesa Passiva e Difesa Attiva

Per combattere le gelate vengono utilizzate varie metodologie, che vengono divise in passive e attive. Ciò che le distingue è l’effettiva innovazione di difesa.

Difesa Passiva

La difesa passiva riguarda le pratiche base svolte in agricoltura per cercare di combattere una gelata. Tra le pratiche c’è sicuramente la scelta del luogo giusto in cui coltivare, tenendo conto di quelle che vengono definite “aree storiche”, ovvero quelle aree più soggette alle gelate. Scelto il luogo, l’ideale sarebbe mettere in atto tutta una serie di adeguate tecniche colturali, tenendo sempre sotto controllo la situazione e le previsioni meteorologiche.

Liquidi Antigelo

Tra i metodi più elementari troviamo i liquidi antigelo. Sono liquidi che vengono inseriti e mescolati ai fertilizzanti utilizzati sulle piante. Fondamentalmente è un concime a base di ferro chelato che può essere utilizzato direttamente nel terreno per ogni tipo di coltivazione, o direttamente sulle foglie quando si tratta di orticoltura, frutticoltura e arboree

Difesa Attiva

Le difese attive riguardano, invece , l’utilizzo di determinate tecnologie a supporto delle coltivazioni. Tra queste troviamo: barriere frangivento, generatori di calore, miscelatori d’aria e sistemi ad acqua

Candele Antigelo

Tra i generatori di calore troviamo le candele antigelo.

Quelle delle candele antigelo è una tecnica tra le più antiche. Queste candele consistono in bidoni di ferro ripieni, nel migliore ed etico dei casi, di cera paraffinica (un derivato del petrolio). Ci sono anche aziende produttrici di tali candele che affermano di utilizzare cera 100% vegetale, ma nella maggior parte dei casi è un sistema che inquina. Le candele riescono a bruciare dalle 8 ore fino a più di 14 ore. Se non bruciate completamente possono essere anche riutilizzate nel corso degli anni. 

Ma l’onerosità di questa metodologia di difesa non è discutibile. Si pensi che di solito vengono posizionate all’incirca 300 candele per ettaro, ed ognuna di esse costa tra i 15€ e i 20€. Questo significa un investimento dai 4500€ in su, a seconda della grandezza del terreno di una determinata azienda. A rendere tutto ancora più costoso è l’utilizzo, raramente, di elicotteri che sorvolano la zona della coltivazione, così da espandere il calore delle candele in tutto il terreno.

L’utilizzo ottimale delle candele, però, è correlato alla mancanza di vento che possa permettere la copertura di ogni metro quadro d’aria. Si sostiene a questo proposito, che l’efficacia delle candele all’aperto sia limitata, e che diano il meglio negli spazi chiusi, dove il calore si conserva e protegge le piante più facilmente. Ma sta di fatto che questa affermazione ha fonte certa, e questa pratica continua ad essere quella più semplice e veloce da mettere in atto, seppur dispendiosa.

Miscelatori d’aria

I miscelatori d’aria consistono in pale montate su una torre alta di solito 11 metri, azionate da un motore. Lo scopo è di raccogliere aria calda dagli strati alti dell’atmosfera attraverso le pale che, girando, viene convogliata nel terreno. La distanza che in media viene coperta è di circa 3 ettari con una singola pala installata sulla torre. Nel caso in cui sia presenza di più pale il calore viene distribuito su una superficie più ampia.  

Sistemi ad acqua

I sistemi ad acqua si basano sul principio che l’acqua, nel processo di trasformazione dallo stato liquido allo stato solido, rilascia calore. Quindi quando l’acqua diventa ghiaccio. Ecco perché spesso vediamo i fiori o i frutti delle piante che vengono letteralmente ibernate, ghiacciate. La gemma del fiore, infatti, è l’inizio della produzione fiore-tralcio- frutto, quindi è quella parte del danno che ha effetti catastrofici sul futuro raccolto. Avvolgendole nel ghiaccio vengono accalorate e protette. Vediamo quindi in che modo l’acqua viene utilizzata per questo processo di ghiacciamento

Sistemi di aspersione sopra chioma

Irrigatori a schiaffo

Tra i sistemi di aspersione sopra chioma più diffusi troviamo l’irrigatore a schiaffo

Gli irrigatori a schiaffo permettono tempi di rotazione molto brevi, così da migliorare la protezione delle piante dal gelo. Per utilizzare al meglio questo tipo di irrigatore, però, è necessario conoscere il giusto apporto di acqua che ogni tipologia di coltura richiede.

Le tubazioni principali dell’impianto, le pompe ed i motori devono avere una dimensione tale che l’intero frutteto possa essere irrigato in una sola volta. In caso di presenza di vento, non conviene attivare l’impianto, ma aspettare che si fermi, e solamente dopo riattivarlo. Questo perché il vento impedisce l’inversione termica voluta ed avere effetti negativi di raffreddamento sulla pianta.

Irrigatori ad alta velocità di rotazione

Il vantaggio degli irrigatori ad alta velocità di rotazione è che si possono abbassare i quantitativi d’acqua necessari.

impianto con microgetti Statici o dinamici

La differenza principale tra i 2 tipi di microgetti  sta nella gittata che per gli statici è minore e non supera i 10 metri, anche se quelli di ultima generazione coprono zone più ampie, mentre per i dinamici la gittata e più elevata e può raggiungere anche i 30 metri. Quindi l’applicabilità dipende dalla grandezza del terreno che si vuole andare a coprire. Ma è molto utile nel risparmio di acqua e ci sono dei costi molto ridotti. C’è bisogno di una grossa quantità di acqua disponibile, e se gestito male o mal funzionante comporta forti danni a chi usa questo tipo di impianto. 

Sistemi di aspersione sotto chioma

Si basa sugli stessi principi del sistema sopra chioma, ma non viene utilizzata la protezione del ghiaccio.

Il metodo consiste nel bagnare, attraverso la microirrigazione con impianti a spruzzo sottochioma, l’interfilare inerbito e non la chioma degli alberi, sfruttando il calore ceduto dall’acqua nella fase di passaggio da liquido a solido per contrastare efficacemente la perdita di calore per irraggiamento dal terreno. Il manto erboso è il supporto su cui ghiaccia l’acqua di irrigazione. Più alta è l’erba e maggiore è la superficie di scambio del calore prodotto. Il miglior rendimento si registra in prossimità del suolo.

Lo svantaggio fondamentale di questo sistema è dato dal fatto che per funzionare in maniera corretta c’è necessità di grossi quantitativi di acqua superiori al sistema sopra chioma. Anche in questo caso i costi sono ridotti, può essere utilizzato su ogni coltura, ed è utilizzabile anche col vento avvicinando gli irrigatori tra di loro e scegliendo irrigatori a bassa gittata. 

Come prevedere le gelate

Una strategia molto interessante si basa sull’utilizzo di un termometro professionale posto in una capannina meteo, al riparo dai raggi solari. La temperatura minima che si raggiungerà il mattino successivo, è il risultato di un’operazione che prende in considerazione la temperatura del bulbo asciutto e quella del bulbo bagnato. Si tiene conto delle temperature del tramonto, per avere la massima accuratezza.

Un metodo di difesa attiva tecnologico invece può essere rappresentato dall’utilizzo dei dati (big data) in campo per modellare e prevedere in tempo l’attacco di gelata, e quindi mettere in opera la strategia di difesa più adeguata. 

La soluzione più facile da reperire, ma che non basta a prevedere le gelate, sono le classiche previsioni meteorologiche.

Tra le soluzioni più utili troviamo sicuramente moderni sistemi di alert che avvisano sull’arrivo di una gelata almeno 3 giorni prima. Così da permettere una più significativa organizzazione. 

Fondamentale è anche l’utilizzo di modelli di previsione metereologica. Un modello meteorologico genera un algoritmo che permette di esaminare differenti proprietà e processi dei vari aspetti dell’atmosfera. Attraverso questo metodo si può essere in grado di conoscere in tempo utile le dinamiche meteorologiche, così da farsi trovare pronti ed organizzarsi meglio con una strategia. Questo modello, può essere facilmente integrato ed essere alla portata di tutti grazie all’utilizzo di un Sistema di Supporto Decisionale (DSS), che dà infatti la possibilità di prevedere ogni fenomeno singolo relativo alla propria coltivazione, e di intervenire preventivamente così da salvaguardare il raccolto. 

Considerazioni finali

Come in molte delle innovazioni in agricoltura, l’utilizzo dei dati e la sistematizzazione dei modelli permette di fare meglio con meno (concetto base dell’agricoltura di precisione). Questo è il caso dei modelli previsionali, che permettono di intervenire al momento giusto con la tecnica più adeguata e sostenibile, e con largo anticipo, dando al tipo di coltivazione che c’è bisogno di difendere. Sono un elemento fondamentale dell’intero Sistema di Supporto Decisionale (DSS), semplificando il lavoro, dando la possibilità di fare la scelta migliore e nella maniera più preventiva possibile per intervenire in tempo. Anche contro le gelate.

La rubrica ‘Innovazione’ della rivista ‘I Grandi Vini’ elegge V.In.Te.S. miglior progetto di innovazione vitivinicola in Campania

Il progetto campano V.In.Te.S. viene definito il più innovativo dalla rivista I Grandi Vini, che gli dedica un articolo. Vediamo di cosa si tratta.

Dalle innovazioni dei giovani imprenditori agricoli, alle nuove modalità di comunicazione, passando per innovazioni di carattere digitale e sostenibile. La rivista I Grandi Vini da ampio spazio alla tematica innovazione in agricoltura attraverso una rubrica dedicata. La Campania è oggetto di attenzione nel numero 112 di gennaio-febbraio (il primo di quest’anno) protagonista con un suo progetto finanziato all’interno del PSR (Piano di Sviluppo Rurale) Campania, attuato nel Sannio sulla filiera vitivinicola: il progetto V.IN.TE.S (Viticoltura Innovazione e Tecnologia per i Vini Sanniti).

Agricoltura di Precisione

L’agricoltura di precisione non è solo espressione di tecnologie di nuova generazione da applicare in campo, ma un approccio innovativo al mestiere più antico del mondo. L’agricoltura 4.0 è quindi un approccio di lavoro basato sulla raccolta sistematica di dati in campo (big data), la lavorazione degli stessi e l’ottenimento di informazioni analitiche (intelligenza artificiale), in grado di elevare il gestore agricolo da contadino a manager aziendale.

Queste tecnologie rientrano in quella che viene definita Agricoltura 4.0, e cioè una super tecnologia in grado di ricavare informazioni e suggerimenti di ottimizzazione agronomica, sulla base di una serie di dati riferiti a zone con caratteristiche simili (variabilità spaziale) e in diversi anni o stagioni (variabilità temporale).

La tecnologia, attraverso l’utilizzo di specifici algoritmi inseriti nei software di Supporto Decisionale, forniscono informazione centrali per l’ottimizzazione produttiva e la massimizzazione del reddito d’impresa. Le informazioni ottenute, infatti, permetteranno una migliore gestione degli input produttivi.

Il Progetto V.IN.TE.S

Sulla base di questo approccio, il progetto V.In.Te.S., promosso e coordinato da Agrodig.it, è l’esempio dell’applicazione dell’agricoltura 4.0 alle aziende vitivinicole di piccole dimensioni.

Il progetto ha come obiettivo lo sviluppo e la messa in campo di un asset di tecnologie di ultima generazione (4.0), adatte alla piccola dimensione aziendale in termini di costo/beneficio. Inoltre c’è lo sviluppo di un un software di supporto decisionale molto semplice ed intuitivo da utilizzare. Il progetto vuole infatti colmare il gap nella diffusione delle tecnologie relative all’agricoltura di precisione in vitivinicoltura, dovuto principalmente al percepito elevato costo delle tecnologie ed alla scarsa alfabetizzazione digitale dei gestori aziendali in Italia.

“Attraverso il trasferimento tecnologico vogliamo consolidare l’ammodernamento del comparto vinicolo del Sannio con ricadute sul territorio in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica” dichiara Valentino Salvatore, amministratore di Agrodig.it.

Il progetto è sviluppato all’interno di un Gruppo Operativo per l’Innovazione (GOI) costituito da: il capofila Agrodig.it, startup specializzata nello sviluppo e trasferimento di tecnologie digitali in agricoltura; CREA Viticoltura ed Enologia; il Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’Università degli Studi del Sannio; la Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) Benevento; e tre aziende vitivinicole della zona Sannio Falanghina che si sono prestate alla sperimentazione: Il Poggio Vini, Torre dei Chiusi di Domenico Pulcino ed Azienda Agricola Eleonora Morone. Ognuna di esse ha delle dimensioni e delle caratteristiche molto diverse e grazie a questa varietà sarà possibile creare, all’interno del progetto, standard tecnologici e pratiche compatibili con il maggior numero di aziende possibile a livello territoriale e nazionale.

L’innovazione

Come accennato precedentemente, l’obiettivo del progetto è quello di diffondere nelle aree vitivinicole tra le più importanti pratiche e tecnologie di avanguardia da un lato, e quella di rendere la tecnologia sostenibile da un punto di vista economico e gestionale ad un numero più grande possibile di aziende dall’altra. Di conseguenza sarà trasferibile anche al di fuori della zona del Sannio, permettendo l’applicazione in tutta Italia e non solo. Ed è adattabile ad ogni tipologia di azienda. Il progetto si rivolge sopratutto alle piccole e medie imprese, che rappresentano la stragrande maggioranza del tessuto produttivo italiano. L’innovazione quindi sta proprio nel creare “un vestito su misura” a delle realtà produttive specifiche. Piuttosto che trasferire modelli tecnologici sviluppati su specifiche ed esigenze completamente diverse.

Le ricadute

Come sottolineato precedentemente, le ricadute di questo progetto sul territorio sono da interpretare in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Ambientale in quanto l’agricoltura di precisione permette un efficientamento degli input produttivi (ore macchina, fitofarmaci, acqua etc.). Questo permette un risparmio, e quindi un impatto positivo in termini ambientali. Da questo ne consegue un impatto sociale importante in termini di salubrità dei territori. Così come la creazione di un modello di sviluppo tecnologico completamente sostenibile per aziende, territori e mercati. Economica per le stesse aziende. In quanto in grado di sviluppare un modello di innovazione tecnologica per realtà di piccola dimensione che troppo spesso vengono tagliate fuori dal discorso di ottimizzazione della redditività aziendale.

L’Agricoltura di Precisione conviene: 5 buoni motivi per rendere più redditiva la tua azienda

I motivi per integrare l’Agricoltura di precisione nelle aziende aumentano sempre di più. In questo articolo, vediamo come la digitalizzazione abbia come obiettivo quello di avere un enorme impatto sul lavoro delle aziende.

Mentre le note scritte a mano e i fogli di calcolo convenzionali diventano un ricordo del passato, la tenuta dei registri digitali sta diventando fondamentale, anche in agricoltura. I sistemi di gestione delle aziende agricole (FMS) e le app, ormai, fanno gran parte del lavoro di elaborazione dei dati, così da rendere il lavoro dell’agricoltore più fluida. Abbracciando la digitalizzazione nella propria attività, le informazioni e i dati vengono comodamente archiviati, e possono essere immediatamente condivisi con un clic sul pulsante di qualsiasi dispositivo a scelta, con qualsiasi membro del team. 

È tempo di riporre le penne, e utilizzare un sistema di gestione per risparmiare tempo, aumentare la precisione della pianificazione, prendere decisioni tempestive e semplificare le relazioni. Un altro tassello importante per l’agricoltura di precisione.

I vantaggi del digitale

Diamo un’occhiata ad alcuni vantaggi chiave che la digitalizzazione dei dati aziendali comporta:

Migliorare la collaborazione tra il team dell’azienda agricola

Quando tutti i membri del team dell’azienda agricola hanno accesso a tutti gli eventi in corso, la collaborazione migliora in modo significativo. Cliccando un pulsante, il team, insieme ai partner di fiducia, può condividere e comunicare le rispettive attività. La possibilità di connettersi con i propri partner e/o collegare diverse fonti di informazione rafforzerà le relazioni.

Tutto ciò, però, comporta una preoccupazione legata ala privacy delle informazioni personali. La digitalizzazione, infatti, richiede una sicurezza di prim’ordine e un buon sistema di gestione prenderebbe in considerazione l’uso della condivisione basata su autorizzazioni. Con il sistema di gestione corretto, è possibile configurare impostazioni di autorizzazione personalizzate e avvisi per consentire il flusso di informazioni tra il team.

Fornire decisioni tempestive

Nelle stagioni critiche in cui non c’è mai abbastanza tempo, avere accesso agli attuali record dell’azienda agricola a portata di mano, permetterà di agire rapidamente, e con sicurezza, in tempo reale. Inoltre, avendo a portata di mano anche le informazioni storiche, si può facilmente fare riferimento ai record per la pianificazione futura. Ancora più importante, il trasferimento digitale di informazioni funziona in entrambi i modi, quindi oltre a fornire le informazioni del team della propria attività, c’è la possibilità di ottenere consigli dai consulenti di fiducia tramite sistema di gestione o l’app. Qualsiasi azione che bisogna svolgere durante la stagione è a portata di mano, sia che si comunichi con operatori, manager, scout o persino con l’agronomo indipendente.

Avere un quadro accurato della propria azienda

La gestione dei record digitali significa che ora si ha a propria disposizione una conoscenza costante e aggiornata di tutte le attività aziendali. Funzionalità come l’inoltro automatico delle informazioni, come le condizioni meteorologiche sul campo e la fase di crescita, aiutano a prendere decisioni stagionali. È possibile generare report su acri di semina, applicazioni e prodotti, e monitorare in modo efficiente lo spostamento dell’inventario. Infine, si può pianificare e assegnare le attività al team all’istante, in modo che tutti sappiano cosa sta succedendo in ogni momento senza dover interrompere il lavoro.

Spesso però preoccupa la funzionalità effettiva della rete internet, con tutte queste funzionalità. D’altro canto, se ci fossero delle problematiche, il sistema mette a disposizione tutta una serie di funzionalità offline che è importante conoscere e saper gestire.

Migliore accesso alle informazioni

Agendo come un hub centrale per il lavoro, i record digitalizzati sono accessibili e condivisibili praticamente ovunque nel team. Il sistema di gestione, utilizzato in maniera corretta, può migliorare le funzioni operative mantenendo le informazioni sicure e riservate. Niente più tempo perso nella ricerca di scartoffie dei documenti storici dell’azienda: ora sono al sicuro per il futuro.

Ora di risparmio nel tempo di amministrazione

Sappiamo tutti che il tempo è denaro e l’incorporazione di un sistema di gestione per i registri dell’azienda può far risparmiare tempo e ore di manodopera. Laddove in passato si potrebbe aver trascorso ore ed ore a svolgere le tradizionali attività di conservazione dei record, le funzioni automatizzate all’interno di un sistema di gestione possono concedere molte più ore di tempo libero.

Il sistema giusto

Vedere i vantaggi dell’adozione di un sistema di gestione per la tenuta dei registri dell’azienda agricola è facile. Decidere quale si adatta alle esigenze della propria operazione individuale può essere un po ‘travolgente. Dato che ci si trova sempre più di fronte a una vasta selezione di strumenti digitali, si dovrebbe considerare una soluzione completa che funge da hub centrale per fornire informazioni accurate a portata di mano per migliorare la produttività complessiva, riducendo al minimo le interruzioni delle operazioni quotidiane e dei flussi di lavoro .

Quindi, come si seleziona e si integra il miglior sistema di gestione per le proprie esigenze di conservazione dei dati? Diamo un’occhiata ad alcune delle caratteristiche che un sistema di gestione completo dovrebbe fornire:

Collaborazione

Per migliorare le prestazioni generali. Ciò include elementi quali la connettività con l’intero team per una gestione più efficiente delle persone, la capacità di visualizzare i piani di raccolta, un modo per tenere traccia dell’inventario e gestire i registri delle attrezzature; anche offline.

Integrazione

Per automatizzare la raccolta dei dati. La piattaforma dovrebbe avere numerose connessioni con sensori, hardware e altri software. Più API (Application Programming Interface) sono presenti nel sistema di gestione, meno dati dovranno essere inseriti e più potente sarà il sistema di gestione per l’azienda.

Fornitori di servizi

Per consentire l’integrazione di  fornitori di servizi di terze parti fidati e il loro software. La piattaforma dovrebbe funzionare con i fornitori di servizi attuali e affidabili, consentendo nel contempo a tali fornitori di servizi di essere più efficienti nella fornitura dei servizi in azienda.

Sicurezza

Linee guida rigorose per la sicurezza e la privacy dei dati dovrebbero essere importanti per ogni membro del team, incluso il provider del sistema. L’uso di impostazioni e avvisi basati su autorizzazioni dovrebbe essere una delle funzionalità principali incorporate in un buon sistema di gestione o app. Ci deve essere la sicurezza che i propri dati siano in buone mani.

Proprietà dei dati

L’incertezza sulla proprietà dei dati probabilmente rende diffidenti su quale azienda lavorare. Un sistema di gestione efficiente e di alta qualità comunicherà chi possiede i dati e cosa significa realmente proprietà. Alcune piattaforme condividono persino le entrate con le aziende agricole che scelgono di partecipare.

Coltivazioni potenziate

Conoscere la propria terra e il sistema di gestione fungerà da hub centrale per l’attività rendendo accessibili i record digitalizzati.

Indipendenza

C’è bisogno di una consulenza indipendente nel proprio interesse e non connessa alla vendita di altri prodotti.

Formazione

Creando una squadra forte, per portare nuove idee, competenze e strumenti per la tenuta dei registri renderà il processo decisionale più semplice e di grande impatto.

Dato ed informazione in agricoltura di precisione

Dato e informazione sono 2 elementi dalla quale ogni azienda, sopratutto in agricoltura, non può prescindere. Ma spesso vengono confusi tra loro. Analizziamo perché in realtà sono 2 realtà completamente diverse.

Il concetto di Agricoltura 4.0 si basa sull’utilizzo dei dati e lo sfruttamento delle informazioni derivanti per prendere decisioni strategiche. Sebbene questi due termini possano suonare simili, hanno una natura molto diversa, ed è bene capirne il significato e l’importanza che questi ricoprono in agricoltura di precisione.

Il sistema informativo aziendale (SIA)

Il Sistema Informativo Aziendale (SIA) è fondamentale all’interno di un’azienda agricola che adotta agricoltura di precisione, in quanto necessario alla gestione delle informazioni attraverso i vari ambiti decisionali. Essendo l’informazione un elemento immateriale, è importante che ci sia un elemento materiale all’interno del processo informativo che dia l’opportunità all’agricoltore di prendere la migliore decisione possibile. Ed è questo il compito del sistema informativo. Infatti, il SIA permette, prima di tutto, di raccogliere dati in ogni singolo evento produttivo. Di conseguenza, sarà possibile elaborare ed archiviare questi dati grazie all’utilizzo di modelli e database adattati al tipo di decisione da prendere. Infine, prendere i dati accuratamente elaborati e trasformarli in informazione. Per fare tutto ciò, il SIA, necessita di elementi hardware e software che completino il processo di trasformazione del dato in informazione. Hardware e software interagiscono tra di loro, attraverso determinati sottosistemi: sistemi operazionali e sistemi informazionali.

Sistemi operazionali

Un sistema operazionale è dato dall’infrastruttura informatica su cui si basano le decisioni dei processi operativi. Grazie ad esso, l’azienda è in grado di svolgere tutta una serie di azioni: pianificazione e gestione delle operazioni, vendita dei prodotti, erogazione dei servizi. Il sistema permette la risoluzione di problemi attraverso una sequenza di passaggi elementari. Gestendo il flusso di informazioni all’interno di schemi ben definiti, si riduce al minimo l’errore.

Le funzioni principali dei sistemi operazionali sono:

  • Monitoraggio: raccolta di dati relativi al processo produttivo;
  • Documentazione: disposizione delle informazioni a seconda della tempistica e della figura decisionale a cui sono destinate;
  • Controllo operativo: messa in atto di procedure e flussi predefiniti e controllati, con l’obiettivo di ridurre al minimo l’errore, automatizzando i vari processi.

Sistemi informazionali

I sistemi informazionali, invece, sono necessari nel dare assistenza agli addetti all’interno del processo decisionale, mettendo a disposizione diverse prospettive dei dati. Questo è possibile attraverso delle analisi interattive, un confronto tra i diversi quadri di sintesi, strumenti necessari nel trovare elementi di aggregazione/singolarità/correlazione, e infine utilizzando i dati operativi per effettuare simulazioni che possono aiutare a prendere decisioni per il futuro.

Elemento fondamentale dei sistemi informativi, e in agricoltura di precisione, è la presenza di un archivio di dati, che deve essere altamente strutturato, così da poter contenere più informazioni possibili (coerenti e indispensabili), con l’obiettivo di ridurre i tempi di indecisione. Inoltre deve essere aggiornato tempestivamente con dati recenti e completi, e facilmente interrogabile a seconda della problematica in atto.

Il ciclo di vita dato-informazione in agricoltura di precisione

Dovrebbe essere chiaro, a questo punto, che dato ed informazione non sono sinonimi. Anzi, l’informazione è il risultato di un processo di trasformazione applicato al dato, sulla base di un obiettivo che l’azienda ha in mente di raggiungere. Vediamo come funziona il processo di trasformazione.

Esistono 4 fasi fondamentali del ciclo di vita che porta un dato a diventare informazione:

  1. Raccolta dei dati
  2. Elaborazione dei dati
  3. Analisi e valutazione dei dati
  4. Utilizzo dell’informazione

Raccolta

Allo stato iniziale, il dato, è grezzo. La sua raccolta è possibile attraverso una specifica azione: il monitoraggio.

Abbiamo 2 tipi di monitoraggio:

  • Monitoraggio ambientale: osservazione di variabili fisico-chimiche presenti nell’ambiente in cui è in atto l’attività produttiva. Nel nostro caso ci riferiamo a variabili di tipo pedologico e/o meteorologico. Tra i tipi di tecnologie che vengono utilizzate troviamo sensori, le reti cellulari necessarie per i dispositivi di analisi (smartphone, tablet, pc) e quelle per gli ISOBUS. Ma anche Sistemi di Gestione dei Database (DBMS) e Sistemi di Informazione Geografica (GIS);
  • Monitoraggio produttivo: composto dal monitoraggio colturale che viene effettuato sulle coltivazioni nel corso dell’anno, e dal monitoraggio operativo che raccoglie dati in relazione alle attività aziendali e del personale. Rientrano in queso caso tecnologie come dispositivi per il telerilevamento prossimale o remoto, sensori, reti cellulare e wi-fi, DBMS, GIS, Sistemi satellitari globali di navigazione (GNSS) e infine gli aerei a pilotaggio remoto.

Elaborazione

Effettuati i dovuti monitoraggi, in uno specifico momento temporale, possiamo ricavare quindi quel dato grezzo di cui parlavamo. Essendo grezzo il dato ha bisogno di essere elaborato, raffinato. Per farlo, vengono messe in atto tutta una seria di procedure di trattamento: archiviazione, calcolo, selezione, aggregazione, interazione e interpretazione, attraverso specifici hardware e software. Tutto ciò senza dare alcun giudizio. Compito che spetta alla fase successiva: analisi e valutazione.

Analisi e Valutazione

E’ la fase più difficile da automatizzare, in quanto entrano in atto fattori di valutazione oggettiva e soggettiva. Per rendere però il processo più semplice, ed aiutare i decisori a fare le scelte più logiche in base al tipo di situazione, vengono utilizzati software specifici. Tra questi software due sono quelli principali: Sistemi di Supporto Decisionale (DSS) e Sistemi di Supporto Manageriale (MSS).

L’informazione

Dopo questo lungo processo, fatto di valutazioni e decisioni, prese da persone dedicate e da tecnologie e innovazioni correlate all’agricoltura di precisione, riusciamo finalmente ad estrapolare l’informazione dal dato. Ma una volta ottenuto, cosa ne facciamo dell’informazione? Ci sono due soluzioni: una intra-aziendale ed una extra-aziendale.

Quella intra-aziendale permette di gestire l’informazione come un fattore, e quindi di reintegrarla nel ciclo di vita del dato, così da avere elementi nuovi che possono migliorare ed aggiornare il processo produttivo. Quella extra-aziendale vede l’informazione come un prodotto, e viene utilizzata per documentare e certificare l’effettiva qualità e le modalità dei processi di coltivazione aziendali e dei prodotti venduti, così come l’indicazione dei prodotti utilizzati.

Insomma un processo lungo, ed elaborato, ma che è necessario affinché ogni dato raccolto attraverso vari meccanismi e tecnologie possa essere sfruttato al meglio, al fine di ricevere infine un’informazione che migliori il processo produttivo e certifichi l’immagine dell’azienda.

Le 10 competenze in agricoltura di cui non si potrà fare a meno nel prossimo decennio

La tecnologia avanza, e con essa l’agricoltura cerca di adattarsi per migliorarsi sempre di più. I protagonisti del settore non possono stare a guardare. E’ fondamentale restare al passo coi tempi. Vediamo quali sono le 10 competenze fondamentali.

Un termine relativamente nuovo sta facendo il giro in questi giorni:” upskilling “. Il termine che, sopratutto in agricoltura di precisione, sta a significare che, man mano che tecnologie digitali come l’automazione e l’intelligenza artificiale si insinuano in ogni angolo dell’economia, tutti nella gerarchia del posto di lavoro devono alzare il livello per continuare ad aggiungere valore per non essere schiacciati dal progresso tecnologico.

Ma per aspirare ad una lunga carriera nell’agricoltura di precisione, non basta avere una solida conoscenza dei percorsi gemelli di tecnologia e agronomia.

Certamente ci sarà sempre un riferimento a ciò che ai tecnici piace chiamare “dominio della conoscenza“, ovvero esperienza acquisita da anni di tentativi ed errori. Ma i risultati della produzione agricola e dell’orticoltura nel mondo reale vengono sempre più codificati in prodotti di dati e potenziati dall’intelligenza artificiale e dall’apprendimento automatico, con agricoltori esperti del mondo reale che agiscono come consulenti e fornitori di dati

Ecco le 10 migliori competenze lavorative necessarie nel 2020, per l’agricoltura e per l’agricoltore di precisione, secondo il World Economic Forum.

Risoluzione di problemi complessi in agricoltura di precisione

Questo è quasi ovvio in agricoltura, dove una serie diversificata e in continua evoluzione di sfide ed insieme di dati tendono a modificare le risposte anno dopo anno. Ma, i problemi, diventeranno ancora più complessi. Se si pensa che il connubio tra agronomia e tecnologia di precisione sia complicato, bisognerebbe sovrapporlo alle considerazioni sui dati dell’agricoltura digitale. Sarà come pensare in tre dimensioni.

Pensiero critico

Il pensiero critico richiede un’analisi e una valutazione obiettive, essenziali quando l’agricoltura basata sui dati si allontana dalla dipendenza da semplici osservazioni e “sensazioni viscerali”. Una capacità di giudicare la veridicità, e la pertinenza di dati e abbinarla a un istinto infallibile per creare il massimo risultato favorevole, per i coltivatori saranno molto apprezzati.

Creatività

La bellezza della nuova tecnologia è che è nuova , quindi generalmente non ci sono libri di regole. Ciò consente molta latitudine fintanto che si ottengono risultati. Le epoche del cambiamento premiano coloro che sono in grado di dare un senso e processare dal caos.

Gestione delle persone

Il marchio CropLife, ha recentemente tenuto il 25 ° incontro annuale del comitato consultivo PACE in cui – come spesso accade – la conversazione si è rivolta al tema degli agronomi e dei consulenti come “consulenti di fiducia” del coltivatore. Il sentimento del gruppo era che la prossima generazione di coltivatori, ventenni, trentenni e persino quarantenni, che sono i cosiddetti “nativi digitali“, spesso preferisce interagire tanto attraverso gli strumenti online quanto faccia a faccia e sembra avere poca pazienza per le tecnologie , processi e prodotti che non generano risultati immediati. Passeranno rapidamente a qualcos’altro.

Coordinarsi con gli altri

Ci vuole un lavoro di squadra. La capacità di gestire i “passaggi” ad altri membri della squadra in modo corretto e diplomatico sarà fondamentale per chiunque lavori in ambienti collaborativi come quello agricolo.

Intelligenza emotiva

Si dice spesso che l’agricoltura sia tanto un’arte quanto una scienza, ed è qui che entra in gioco l’intelligenza emotiva. Fare marcia indietro sulla condivisione dell’importanza dei dati, e consentire al cliente di arrivare alle proprie conclusioni, può richiedere molta pazienza e intelligenza emotiva.

Giudizio e processo decisionale in agricoltura di precisione

Condurre analisi e avere discussioni dettagliate e di ampio respiro è una cosa. Arrivare a una conclusione finale e suggerire un percorso prudente è un altro.

Orientamento al servizio in agricoltura di precisione

Negoziazione

Quando non ci sono regole stabilite, quasi tutto può essere una trattativa. Tutto sta nella capacità di vendere bene la propria idea ad altri, ragionando su un possibile rifiuto o ad un compromesso.

Flessibilità cognitiva

Un’ulteriore abilità fondamentale è la capacità di restare agili mentalmente, così da rispondere in maniera immediata e flessibile alle varie problematiche. Gestendo in maniera corretta il cambiamento e le situazioni ambigue. La flessibilità cognitiva è una qualità importante da avere in un’era di sovraccarico di dati.

Infine un orientamento ai servizi.

La conoscenza della tecnologia e dell’agronomia sono ovviamente fondamentali, ma oggigiorno spesso sono semplicemente la base, il prezzo dell’ammissione. Possedere, o almeno percorrere la strada del possesso, la maggior parte o tutte queste competenze, così da garantire che il lavoro agricolo sarà ancora necessario tra 10 o 20 anni.