FarmTech in crescita nel 2019, col timore nel 2020 del Coronavirus

Un 2019 in crescita per il settore FarmTech, mentre un 2020 che sarà del tutto in dubbio a causa della pandemia di Coronavirus.
Vediamo insieme i dati di AgFunder.

Che ci sia pioggia, sole o il Coronavirus, non c’è proprio modo di fermare le ricerche di AgFunder Research. Infatti, da qualche giorno, AgFunder ha pubblicato online il suo nuovo rapporto di investimento nella FarmTech 2020. Un’istantanea basata sui dati degli investimenti globali in startup che costruiscono tecnologie di Agricoltura di Precisione per l’azienda agricola.

Mentre le catene di approvvigionamento si stanno riducendo, e la crescente diffusione del termine “AgrifoodTech” nel settore dimostra che questo è vero, ci sono tendenze distinte, e talvolta fonti di capitale, per le tecnologie incentrate sugli agricoltori. Vediamo insieme un set di dati più ampio per dare una situazione più chiara.

Investimenti in FarmTech nel 2019

Gli investimenti in startup di FarmTech hanno fatto crollare i mercati globali del capitale di rischio in tutti i settori, aumentando del 6,8% anno su anno fino ad arrivare a 4,7 miliardi di dollari nel 2019; circa il 370% in più rispetto al 2013. Le startup FarmTech hanno raccolto tale somma in 695 operazioni con 940 investitori unici.

Data la ricaduta economica e sociale derivante dalla pandemia di Covid-19, il più ampio rallentamento dei finanziamenti potrebbe diventare una caduta libera. Quindi livelli di crescita simili non sono chiaramente sul tavolo quest’anno, scrive Louisa Burwood-Taylor, che dirige il gruppo di ricerca di Agfunder. 

“La ricaduta economica della pandemia di Covid-19 avrà senza dubbio un impatto sulla crescita costante degli investimenti nelle tecnologie agricole: le indicazioni per i livelli di investimento nel primo trimestre del 2020 sono di circa $ 550 milioni, che è di gran lunga inferiore al miliardo raccolto nel primo trimestre dei passati due anni e diverse centinaia di migliaia in meno rispetto al primo trimestre del 2017”, si legge nel rapporto. “Mentre crediamo che gli investimenti nella FarmTech e in tutta la catena di approvvigionamento siano indispensabili per aiutare il sistema alimentare mondiale a riprendersi dall’impatto di Covid-19, è improbabile che un calo fondamentale dell’appetito per gli investimenti possa contrastare questa tendenza, sebbene offra grandi opportunità a coloro di noi stiano ancora investendo.”

2019 vs 2020

Per come sta andando il 2020, alcuni affari del 2019 sembrano insensati, mentre altri sembrano premonitori nel frattempo che la pandemia stringe le catene di approvvigionamento, blocca i consumatori, spaventa gli investitori e provoca un improvviso aumento del nazionalismo alimentare.

Una categoria che molti investitori potrebbero rivisitare con nuovo vigore alla luce del Covid-19 è ciò che viene chiamata “eGrocery Farm-to-Consumer“. Queste piattaforme online per gli agricoltori per vendere e consegnare i loro prodotti direttamente ai consumatori sono oggi più rilevanti che mai poiché i consumatori guardano ai sistemi alimentari locali per garantire il cibo senza la necessità di visitare un negozio di alimentari locale. Prima di questo, hanno rappresentato una porzione relativamente piccola del panorama della tecnologia agricola , raccogliendo 202 milioni di dollari nel 2019. Ma oggi sentiamo parlare di un numero crescente di agricoltori che costruiscono i propri canali di e-commerce che senza dubbio potrebbero trarre vantaggio dalla collaborazione con alcune delle startup esistenti che offrono soluzioni plug-and-play di e-commerce per gli agricoltori che non vogliono costruire un sito Web internamente.

La tecnologia più attiva

Inoltre, il rapporto rivela che Software di gestione aziendale, Sensori e Intenet delle Cose (IoT), sono rimasti la categoria più attiva nella tecnologia agricola per numero di operazioni concluse nel 2019. Probabilmente questa categoria ha spinto l’AgTech sotto i riflettori del capitale di rischio in primo luogo. La Climate Corporation, che la Monsanto ha acquistato per 1 miliardo di dollari nel 2013, rientra in questa categoria. Geograficamente, l’intera area era guidata dagli Stati Uniti. Ma il 2019 ha visto che mentre la tecnologia basata su sensori prolifera a livello globale, altri paesi stanno recuperando terreno. Ad esempio, circa il 28% delle operazioni nella categoria ha avuto luogo in Asia, la maggior parte delle quali in fase iniziale.

Meno sorprendentemente, l’AgBiotech ha avuto un anno magro nel 2019. La ricerca AgFunder mostra che l’attività commerciale è scesa del 22% su base annua mentre gli investimenti in dollari sono diminuiti del 33%. Di quelli che sono ancora andati avanti, l’editing genetico. Un insieme di tecniche messe in atto per modificare geneticamente gli alimenti. Esso è stato tra i più interessanti, nonostante un difficile ambiente normativo da navigare.

Distanza robo-sociale

Dove potrebbe esserci una tendenza al rialzo degli investimenti è l’agro-robotica. Gli investimenti nelle startup di robotica, meccanizzazione e attrezzature sono ancora sorprendentemente bassi, con molti investitori che offrono la scusa che l’hardware è difficile. Con 179 milioni di dollari in oltre 70 trattative, la categoria ha visto un calo del 46% nei finanziamenti rispetto a otto offerte in meno nel 2019 rispetto al 2018. Speriamo che questo possa cambiare, soprattutto perché le startup di robotica stanno ricevendo un rinnovato interesse da parte degli agricoltori a rischio di lavoro oggi nel scia della pandemia di Covid-19.

Il rapporto, ovviamente, esamina alcuni sistemi di agricoltura robotizzata sperimentali e traccia un anno abbastanza buono per l’allevamento degli insetti

Dati Europei

I dati AgFunder mostrano un aumento del 23% del valore totale degli investimenti in tecnologia agricola lo scorso anno in Europa. A guidare la carica nel continente è stata la Francia, dove la quantità di capitale che confluiva nelle startup di tecnologia agricola è più che raddoppiata rispetto al 2018, a 346 milioni di dollari. 

I robot agricoli: rivoluzione per l’Agricoltura di Precisione e l’applicazione del Diserbo

I robot agricoli rivoluzioneranno il mondo dell’agricoltura di precisione e il modo in cui attuare il diserbo meccanico. Un elenco dei robot già in uso.

Sistemi di Agricoltura Smart sono sempre più diffusi nel mondo dell’agricoltura di precisione. Uno di questi, e tra i più interessanti c’è sicuramente quelli relativi alla robotica. I sistemi robotici vanno ad allargare sempre di più il ventaglio di soluzioni messe a disposizione dall’agricoltura 4.0, insieme ad altre tecnologie in crescita come Blockchain e Internet delle Cose (IoT). Vediamo insieme quali sono le novità nello specifico.

Il mercato robotico dell’Agricoltura 4.0

Secondo gli ultimi dati messi a disposizione dall’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano, il valore del mercato italiano relativo all’Agricoltura 4.0 è aumentato di 450 milioni di euro rispetto al 2018 (+22%). A livello mondiale invece parliamo di un aumento degli investimenti a circa 7 miliardi di dollari. Così come aumentano soluzioni, e attori che le mettono a disposizione.

Per quanto riguarda i Farmbot (robot agricoli), il mercato globale è stato valutato intorno ai 3 miliardi di dollari nel 2018, con una previsione di quasi 12 miliardi di dollari entro il 2026.

Agricoltura di Precisione in trasformazione

Tra le pratiche agricole tradizionali che queste nuove tecnologie possono andare a migliorare ed automatizzare troviamo la preparazione del suolo, la semina, la gestione dell’acqua e dei nutrienti, la potatura, il diserbo, la raccolta e la cernita dei prodotti raccolti. Così come anche il monitoraggio della crescita e della salute delle piante. L’agricoltura di precisione va ad aumentare quindi le armi a sua disposizione.

Possono essere impiantati dei sensori sulle attrezzature agricole, i software che raccolgono i dati possono utilizzare anche l’apprendimento automatico, e i robot possono percorrere il terreno su ruote o su binari, oppure in aria attraverso i droni.

Tra gli obiettivi, c’è ad esempio il diserbo chimico, identificando le erbacce e decidendo la quantità di erbicida da spruzzare, per poi divenire un processo automatico. O magari la raccolta dei frutti tramite il loro rilevamento.

I Farmbot

I cosiddetti Farmbot possono essere autonomi o semi-autonomi. Questi robot, utilizzano diverse tecnologie come sensori, reti per l’Internet delle Cose (IoT), Blockchain e software per l’applicazione dell’intelligenza artificiale (IA) nell’ambito di strumenti previsionali come i Sistemi di Supporto Decisionale (DSS). Combinando queste tecnologie con la capacità di lavorare nei campi coltivati, all’aperto e al chiuso come in serra, sono fondamentali per automatizzare completamente tutta una serie di operazioni svolte sinora dall’uomo.

I Farmbot diventano sempre più cruciali nell’ambito di una strategia agricola, in quanto l’automazione porta ad un’ottimizzazione dei processi, generando in questo modo una riduzione dei costi e un appoggio alla sostenibilità ambientale. L’impatto ambientale, infatti, è salvaguardato dal ridotto utilizzo di acqua, pesticidi e fertilizzanti.

Diserbo intelligente

I Farmbot si basano fondamentalmente su 2 tecnologie: visione artificiale e apprendimento automatico.

Queste innovazioni permettono una previsione della resa nei campi, esaminando ogni frutto della coltivazione, ad una velocità nettamente superiore rispetto a quanto ci impiegherebbe un essere umano.

Ciò è applicabile anche per le operazioni di diserbo, in quanto vengono riconosciute automaticamente le erbacce, e viene messo in atto un’operazione di diserbo meccanico o chimico a seconda della situazione. Oltre a riconoscere le erbacce è possibile anche identificare la tipologia della specie infestante in base alla forma. L’applicazione della visione artificiale in merito al diserbo consente una gestione di precisione nei confronti delle malerbe, riducendo significativamente l’utilizzo di erbicidi, fondamentali nell’ottica di un lavoro senza automazione, ma che mettono a rischio la qualità finale del prodotto.

In linea generale, la visione artificiale è stata adottata ormai da tempo all’interno delle catene di produzione per il controllo qualità dei semi e dei raccolti, analizzando i prodotti in ogni singola caratteristica. Ma è solo negli ultimi anni che si sta man mano arrivando all’applicazione nei campi.

I robot nei vigneti

Il Rovitis 4.0, un progetto tutto italiano (precisamente veneto) nell’ambito del PSR 2014-2020 (Programma di sviluppo rurale) di un robot in grado di girare in maniera del tutta autonoma tra i filari per mettere in atto trattamenti nei vigneti e monitorarli tramite sensori di ultima generazione installati su di esso. In più, telecamere che danno la possibilità di stimare la chioma da trattare in 3D, in correlazione con un Sistema di Supporto Decisionale (DSS).

Il Rovitis è capace di raccogliere ed elaborare i dati, in maniera tale da prendere successivamente determinate decisioni, che verranno trasferite agli attuatori. In questo modo, possono essere messe in atto operazioni come difesa, diserbo meccanico localizzato e gestione della chioma. La cosa che stupisce, è che il robot è in grado di lavorare 24 ore su 24.

Il progetto è stato sviluppato dal viticoltore Giorgio Pantano, con l’appoggio di PV Sensing, un progetto di sperimentazione di una tecnologia innovativa che si basa sulla comunicazione in tempo reale tra particolari sensori disposti in vigna e un software appositamente studiato per valutare la probabilità di sviluppo di Plasmopara viticola, parassita temuto dai viticoltori, agente della Peronospora della vite.

Altri esempi di Farmbot

TerraSentia

TerraSentia è un piccolo robot autonomo su ruote. Questo Farmbot, può sfruttare questa sua caratteristiche per infilarsi tra i filari di varie tipologie di colture, come quella dei vigneti. L’obiettivo principale di TerraSentia è raccogliere dati in ogni fase della coltivazione, così da intervenire nel caso si voglia cambiare qualcosa. E’ come se questo piccolo robot facesse tutta una serie di test genetici e analisi sulle piante così da prevedere l’influenza di diversi fattori e la possibile incombenza di malattie. Finito il lavoro i dati si possono facilmente caricare sul cloud per le analisi dell’agricoltura di precisione.

Dino Robot

Dino Robot è un trattore senza conducente che ha come obiettivo principale quello del diserbo meccanico delle colture orticole. Una volta impostato il compito e le dimensioni su cui lavorare, fa tutto automaticamente.

Ekkasit91

Questa tipologia di robot è utilizzata per la raccolta dei frutti, la fase più delicata nell’ambito dell’automazione in quanto i robot, fino a poco tempo fa, non erano molto agili e precisi per ogni tipologia di pianta. Ma grazie ad Ekkasit91, che sfrutta l’imaging e l’apprendimento automatico, tutto ciò non è più un problema.

VoloDrone

Infine, c’è anche un drone tra i robot di nuova generazione per l’agricoltura, VoloDrone. Presentato all’ultima edizione di Agritechnica 2019, questo drone gigante è utilizzato per le applicazioni aeree. Ha un diametro di 9,2 metri, alimentato da 18 rotori, può essere usato da remoto oppure programmando un percorso automatizzato. Il drone è dotato di due contenitori per pesticidi, insieme ad una pompa e una barra di irrorazione. Può coprire fino a 6 ettari all’ora, con una carica che dura circa 30 minuti.