Misure anti-Coronavirus per salvaguardare le attività vitivinicole

Il settore vitivinicolo, così come altri settori agricoli, sta subendo l’effetto del Coronavirus. Italia, Francia e Spagna si uniscono per mettere in atto delle misure di difesa. Tutto dipende dall’Europa.

Il Covid-19 sta mettendo in ginocchio gran parte dell’economia italiana. L’agricoltura, e quindi la viticoltura, continuano ad essere attive, ma ciò non significa che sono prive di rischi a causa del virus. Anzi.

In merito, sono state proposte delle misure di difesa, non relative ad innovazioni fondamentali nell’ambito dell’agricoltura di precisione, ma che sono necessarie per salvaguardare i vigneti e le attività annesse. Vediamo insieme quali sono.

Le ipotesi

Sono tre fondamentalmente le misure ipotizzate per combattere la crisi da Coronavirus: distillazione di crisi, vendemmia verde e stoccaggio.

Queste misure sono state proposte dalle varie associazioni di filiera: Confagricoltura, Cia, Alleanza delle Cooperative Italiane, Copagri, Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi. Tutto ciò durante l’incontro del tavolo del vino messo in atto dal Ministero delle Politiche agricole. Ma c’è l’appoggio anche di altri paesi europei produttori di vino, di solito concorrenti, come Francia e Spagna. Questi 3 paesi, richiedono a gran voce un finanziamento da parte di un bilancio europeo, e non dal bilancio dei Programmi di Sviluppo di ogni nazione. Questo perché alcuni Programmi di Sviluppo Nazionali sono in fase di pagamento, e poi c’è l’esigenza di un piano comunitario omogeneo. Senza che le sorti delle proprie attività dipendano dalle disponibilità dei programmi nazionali.

Il problema, però, è che le richieste della filiera si scontrano con le ristrettezze del bilancio del Piano nazionale di settore. A questo punto è intervenuta la ministra Teresa Bellanova (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali), chiedendo alla Commissione Europea di Bruxelles la messa a disposizione di nuove risorse.

Ma i costi richiesti per l’applicazione di tali misure sono davvero molto alti. Solo per la distillazione servirebbero circa 80 milioni di euro. Mentre la somma che può essere garantita al momento per tutte le misure si aggira sui 30 milioni di euro. Si potrebbe aggiungere qualcosa rendendo più flessibili le misure ocm, ma senza l’approvazione delle varie regioni non si va avanti.

La distillazione

Per quanto riguarda la distillazione di crisi, parliamo di una misura volontaria con lo scopo di fermare momentaneamente la produzione di vino da tavola, utilizzando, invece, le proprie competenze per la produzione di alcool utilizzabile in contesti medicinali. L’idea sarebbe di aprire una distilleria europea di 10 milioni di ettolitri. Inoltre, la creazione di un tasso di 35 euro a ettolitro, ponendo la possibilità di un aumento della quota comunitaria da parte degli stati europei. L’obiettivo è il raggiungimento di un prezzo specifico in ogni paese. Così facendo non solo si aiuta il paese, e quindi le strutture mediche, in un evidente stato di difficoltà, ma cosa più importante (per le aziende) si tiene in moto l’attività, generando liquidità. In questo modo ci può essere una garanzia economica che può aiutare per le produzioni future.

Vendemmia verde

La vendemmia verde ha come obiettivo il contenimento delle rese produttive attraverso un finanziamento. Lo scopo è di facilitare i suoi meccanismi, abbassando il livello di controllo da parte delle istituzioni. Le associazioni, sperano nell’appoggio delle regioni, riducendo in questo modo la produzione per la successiva vendemmia.

Un’altra problematica, acutizzata dal virus, è la mancanza di manodopera nel periodo dell’anno in cui si svolge la vendemmia verde, cioè giugno. L’ideale per i viticoltori sarebbe lo spostamento del calendario di vendemmia verde a luglio. In questo modo saranno difesi da ribassi e speculazioni.

Stoccaggio

Infine, si propone l’utilizzo dello stoccaggio. Questa misura è ideata sopratutto per le piccole e medie imprese di vino a denominazione che sono più adatti all’invecchiamento. Questi tipi di produzioni lavorano molto col canale Horeca, che essendo uno dei settori più in difficoltà, potrebbe scatenare un effetto distruttivo anche nei loro confronti.

La risposta dell’Europa

La Commissione Europea, al momento, è impegnata col periodo di transizione della Politica Agricola Comune (PAC), ed ha quindi rifiutato le suddette misure. La giustificazione del rifiuto è legata alla disponibilità dei fondi, che essendo basati su un bilancio pluriennale non è possibile sfruttare. L’unica soluzione, sarebbe quello di prendere in considerazione i 467 milioni del fondo crisi PAC. Un fondo messo a disposizione proprio per tali evenienze. Un ulteriore problema, però, è che pur essendo di circa 500 milioni, non si assicura la giusta copertura economica per il settore vitivinicolo, così come per altri settori in crisi in questo momento, che avrebbero uguale diritto a poterlo sfruttare. Una situazione alquanto complessa.

Ma in ogni caso, si sta seriamente ragionando sulla possibilità di applicare tali misure. Quindi nulla è ancora deciso. La speranza è tutta racchiusa in un incontro tra la il presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen e il commissario all’agricoltura, che si terrà a breve.

Agricoltura 4.0 e Fendt: il trattore a guida autonoma

Agritechnica 2019 è stata la vetrina per tantissime innovazioni. Fendt è stata ancora una volta protagonista col suo Vario di ultima generazione nel campo dell’agricoltura automatizzata.

Si è appena chiusa Agritechnica, la più grande manifestazione sulla tecnologia agricola al mondo e, come raccontato in un precedente articolo, abbiamo visto le più interessanti novità per quanto riguarda l’agricoltura di precisione. Quando si parla di innovazione è però risaputo che bisogna saper guardare molto avanti, e se il mantra odierno è l’agricoltura di precisione, il prossimo passo è rappresentato dall’agricoltura 4.0. Sebbene ci siano tutta una serie di soluzioni per l’agricoltura di precisione, poche vanno ad alimentare il campo dell’agricoltura automatizzata. Fendt questa volta ci ha dato un assaggio di quello che può essere un trattore automatizzato presentando un prototipo molto interessante proprio all’interno di Agrithechnica 2019.

Trionfo ad Agrotechnica

Il famoso produttore tedesco di trattori ha presentato un Fendt 200 Vario VFP a guida completamente autonoma. E’ riuscito ad ottenere infatti la medaglia d’argento per l’innovazione. Ma vediamo più nello specifico su cosa si basa il sistema di giuda autonoma e come rientra nella sfera dell’Agricoltura 4.0 sviluppato in collaborazione con Braun.

Trattore ed interfila a guida autonoma

In pratica, il sistema applicato al trattore, facilita l’utilizzo di combinazioni di attrezzi, in particolare quelli montati sul ventre. Inoltre, migliora la qualità del lavoro e consente anche combinazioni complesse prima ingestibili. C’è un controllo della combinazione trattore-attrezzi, si avvia la guida automatica e gli attrezzi si adattano all’ambiente che lo circondano. Le informazioni necessarie al controllo vengono acquisite e trasmesse dal sistema VPA (Vineyard Pilot Assistant) di Braun basato sull’utilizzo di un laser. Questo laser analizza l’ambiente circostante, incorporando il profilo del terreno e la posizione delle viti e dei pali. Oltre al laser, è presente anche un giroscopio, un anello che serve a registrare la posizione 3D del trattore. La comunicazione tra il sistema VPA e il trattore è resa possibile da un’interfaccia ISOBUS.

Efficienza ed efficacia

Il trattore fa praticamente tutto da solo. E’ quindi un’ottima rappresentazione dell’agricoltura automatizzata. Il macchinario si posiziona automaticamente al centro del filare. Gli attrezzi si adattano in maniera del tutto indipendente l’uno dall’altro, a seconda del proprio piano di lavoro, posizionandosi alla giusta distanza dalla vite. Ciò comporta una riduzione dei danni. Il trattore si attiva all’inizio del filare, per poi parcheggiarsi autonomamente a lavoro ultimato. Questo comporta una significativa riduzione della fatica e del lavoro a cui è sottoposto l’ipotetico conducente. In questo caso, deve semplicemente ricoprire il ruolo di supervisore del lavoro svolto dal trattore. Una soluzione da prendere sicuramente in considerazione e che apre le porte a quello che potrà essere la meccanizzazione automatica in vigneto nel futuro.

Come migliorare la tessitura dei suoli e la biodiversità con la viticoltura di precisione in tre semplici step: il progetto Vitisom

Life Vitisom è tra i progetti italiani più interessanti e all’avanguardia per quanto riguarda il settore vitivinicolo. Insieme al supporto dell’Unione Europea, ha in mente il problema da risolvere e la soluzione da attuare, con degli obiettivi incentrati sulla coltivazione integrata e biologica.
Scopriamo di più.

Il 29 novembre 2019, a Borgonato (BS), la viticoltura di precisione sarà protagonista di un evento sulla biodiversità e sul mercato del vino. L’evento, organizzato dall’Università degli studi di Milano, è legato ad un progetto partito in Lombardia: “Life Vitisom“. Scopriamo di cosa si tratta, i partner e gli obiettivi del progetto.

Il progetto

Life Vitisom rientra nel programma “Life” dell’Unione Europea, creato nel 1992 con lo scopo di finanziare azioni a favore del clima e dell’ambiente. I finanziamenti messi a disposizione, che raggiungono i 3.4 miliardi di euro, riguardano il periodo 2014-2020. Vitisom è il progetto italiano, nato nel 2016 in Lombardia, che si dedica all’evoluzione della viticoltura di precisione, con l’aiuto di tali finanziamenti europei. Con una durata di 3 anni e mezzo, si articola in tre principali azioni di “implementazione tecnica”:

  1. Progettazione tecnica e sviluppo dei prototipi: mettendo a disposizione una macchina innovativa per ciascun contesto vitivinicolo identificato;
  2. Prove in campo e validazione dei prototipi nel settore vitivinicolo: validando una macchina che possa essere utilizzata in tutti i contesti vitivinicoli europei, attraverso la verifica del suo corretto funzionamento in differenti scenari.
  3. Sviluppo di una strategia di valorizzazione per la diffusione del modello: definendo una strategia di tutela della proprietà intellettuale e dei diritti di sfruttamento dei risultati (IPR), al fine di garantirne una corretta condivisione tra i partner.

Il problema

Ciò che questo progetto cerca di combattere è la crescente diminuzione del contenuto in sostanza organica nei suoli vitati. La presenza della sostanza organica nei terreni è fondamentale in quanto: aumenta la fertilità (grazie alla presenza di azoto stabile e di un insieme di elementi nutritivi per la vite); migliora la struttura del suolo, la ritenzione idrica e le proprietà chimiche, fisiche e biologiche del suolo efficiente. Questa diminuzione è stata provocata a causa di sistemi di coltivazione intensiva che hanno provocato una riduzione della distanza tra le file e dell’evoluzione tecnologica della meccanizzazione del vigneto.

La soluzione “Vitisom”

Per risolvere queste problematiche, Life Vitisom, ha in mente di utilizzare un sistema innovativo per la gestione della concimazione organica dei vigneti. Così facendo, si combatte l’erosione della materia organica, migliorando omogeneità e qualità dei suoli vitati. Elemento fondamentale di questa strategia è l’utilizzo di concimi organici, che favoriscono la conservazione e la restaurazione delle sostanze organiche. Questo secondo i criteri del programma europeo “Life” per la coltivazione integrata e biologica.

Gli obiettivi

Quindi, l’obiettivo fondamentale del progetto Vitisom, è la creazione di tecnologie innovative per la gestione della concimazione organica del terreno. Questo, è possibile attraverso l’utilizzo della VRT (tecnologia a rateo variabile), così da sostenere la distribuzione del concime organico. Tecnologia alquanto inusuale per il settore vitivinicolo. Oltre a questo, fondamentale è l’approccio più sostenibile nella gestione del suolo in viticoltura e la definizione di un quadro completo sulle strategie che è possibile adottare sulla gestione del suolo vitato.

I partner

Il progetto presenta un gruppo di partner davvero molto ampio. Il coordinatore è il Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali della già citata Università di Milano. Insieme ad essa troviamo: l’Università degli studi di Padova e il Consorzio Italbiotec; tre aziende, tra cui la capofila è Guido Berlucchi & C. SpA, Castello Bonomi Tenute in Franciacorta e Azienda agraria degli Azzoni Avogadro Carradori; infine, nell’ingegneria applicata al settore agricolo e ambientale troviamo Casella Macchine Agricole Srl e West Systems Srl.

Parola d’ordine: biodiversità

A causa della trasformazione e dello sfruttamento di aree naturali, troppo spesso, viene meno la biodiversità (l’insieme delle varietà di organismi viventi, nelle loro diverse forme, nei rispettivi ecosistemi) di questi terreni. Ed è per questo che la sua protezione deve necessariamente rientrare nella strategia delle pratiche agricole. E’ stato creato, a questo proposito, un esperimento chiamato “Choice Experiments” che serve a stimare il valore del marchio sulla base della domanda potenziale del prodotto. Nel caso di Life Vitisom l’esperimento verrà effettuato in occasione di eventi aperti al pubblico in ciascuna delle aziende partner. Esso prevede la somministrazione di un questionario tramite il quale si chiede al consumatore di esprimere l’opzione di scelta preferita tra quelle proposte. Determinando così la possibile creazione di un marchio di biodiversità in vigna, che attesterebbe l’applicazione di pratiche agronomiche, che promuovono una maggiore biodiversità nell’agroecosistema rispetto alle pratiche di viticoltura convenzionale.